L’8 giugno tutti i Cacciatori a manifestare a Torino: La Caccia s’è desta!
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Era lo scorso 10 giugno 2016 quando migliaia di cacciatori piemontesi scesero in Piazza Castello, a Torino, per manifestare il loro dissenso verso una politica venatoria regionale che li penalizzava e li discriminava rispetto ai colleghi delle altre regioni italiane.
A due anni di distanza, purtroppo, la situazione non è cambiata, se non in peggio: da quel 10 giugno, infatti, i cacciatori piemontesi si son visti togliere altre 12 specie dall’elenco di quelle cacciabili (dopo che il TAR aveva costretto la Regione a reinserirle nel calendario venatorio), accorpare i comitati di ATC e CA e imporre sommariamente un divieto temporaneo di caccia in vaste zone del Cuneese e del Torinese interessate da incendi boschivi. Ed ora, con la nuova legge regionale sulla caccia in discussione in Consiglio, c’è il rischio che possano essere inserite nuove restrizioni, come il divieto di caccia la domenica e la chiusura totale alla tipica fauna alpina.
A Torino una grande manifestazione di protesta
Per questo, il mondo venatorio è pronto a scendere nuovamente in piazza a Torino il prossimo 8 giugno per un’altra grande manifestazione di protesta, che è già stata ribattezzata “La Caccia s’è desta”. Una manifestazione che vuole difendere l’immagine della caccia non solo a livello piemontese, ma a livello nazionale, per sensibilizzare il mondo politico sull’importanza dell’attività venatoria all’interno della nostra Società.
La nostra speranza è che per una volta l’associazionismo venatorio italiano possa presentarsi unito, anche se cosi non sembra: infatti, se il Presidente nazionale di Libera Caccia, Paolo Sparvoli, ha già fatto sapere che la propria associazione sarà presente (così come la maggior parte delle altre Associazioni venatorie), FIdC Piemonte invece, sembra che non intenda partecipare. Noi, confidiamo nel fatto che Federcaccia, dopo essersi battuta a lungo in favore dei Cacciatori piemontesi, scelga di scendere in piazza al fianco dei propri associati che sicuramente non mancheranno nel manifestare in difesa della caccia.
Di seguito i comunicati di Libera Caccia e di Federcaccia Piemonte.
Nonostante l’onestà intellettuale e il coraggio dimostrati da alcuni importanti esponenti politici, tutta la caccia – non solo quella piemontese – sta vivendo uno dei suoi momenti più allarmanti e bisogna correre ai ripari. Con la stessa forza e la stessa grande determinazione di cui il mondo venatorio ha saputo dare prova fino dai tempi delle sfide referendarie. Bisogna tornare in piazza! Senza esitazioni e senza divisioni.
L’Associazione Nazionale Libera Caccia, è tra i promotori della grande manifestazione del mondo venatorio che si terrà a Torino il prossimo 8 giugno, e che vedrà la partecipazione di migliaia di cacciatori, non solo piemontesi e senza distinzioni associative.
Sarà una manifestazione di civile e pacifica protesta, ma anche d’orgoglio! Un’occasione unica per sensibilizzare il mondo politico sull’importanza dell’attività venatoria all’interno della nostra Società, con il suo ruolo insostituibile di gestione del territorio e dell’ambiente, di rispetto e tutela delle biodiversità.
La scelta del luogo non è casuale, perché in Piemonte i cacciatori da qualche anno stanno subendo il duro attacco della politica regionale, con divieti e limitazioni all’attività venatoria che non hanno eguali in nessun’altra regione italiana.
Anche il nome scelto dagli organizzatori, “La Caccia s’è desta”, la dice lunga sulle finalità dell’evento e sulla volontà di dargli un respiro molto più ampio, non solo piemontese. In questi giorni poi è all’esame del Consiglio Regionale il DDL 182, che presto potrebbe tramutarsi nella nuova legge sulla caccia piemontese e che, se fosse approvato così com’è stato licenziato dalla Commissione, o con gli emendamenti già proposti dal Movimento 5 Stelle e altri, rischia di diventare la pietra tombale sull’attività venatoria in quella splendida Regione.
Bastano solo tre esempi per capire la drammaticità di queste proposte: niente attività venatoria la domenica; divieto di cacciare ben 15 specie consentite dalla legge 157/92; chiusura totale alla “tipica fauna alpina”, da sempre vanto e tradizione dei cacciatori di montagna.
Sarebbe solo l’inizio della fine per tutti perché, sulla scorta di questo pessimo esempio, il contagio potrebbe presto trasferirsi alle altre regioni.
I cacciatori piemontesi non ci stanno, rivendicano il rispetto delle leggi italiane ed europee; chiedono d’essere trattati al pari d’ogni altro cacciatore italiano, come cittadini che pagano le tasse e non hanno pendenze con la giustizia, come padri e madri di famiglia; insomma come… persone per bene, quali sono i cacciatori.
L’Associazione Libera Caccia è con loro, e scenderà in piazza con associati e bandiere, semplici cacciatori e dirigenti, e come noi debbono fare gli altri, tutti coloro che dicono di voler difendere gli interessi della categoria e che ora hanno la possibilità di dimostrarlo.
E l’occasione per esserci tutti, senza distinzioni o rivalità, cattiverie o gelosie, mirando solo a quello che dev’essere un obiettivo comune per tutti: una caccia sana e sostenibile, nel rispetto di leggi e ambiente.
L’8 giugno 2018 il mondo venatorio sarà a Torino, NOI CI SAREMO.
Il Presidente Nazionale
Paolo Sparvoli
A quanto pare esistono persone con la pretesa che gli altri seguano quello che loro hanno autonomamente deciso, e se questi non lo fanno, continuamente insistono, arrivando a strampalate conclusioni, come se l’insistenza fosse un sano motivo di convincimento.
Per difendere l’attività venatoria, Federcaccia Piemonte ha da sempre dimostrato di non aver bisogno né di consigli né di suggerimenti da parte di nessuno, perché costantemente attenta alle esigenze della caccia e sempre disponibile ad intraprendere qualsiasi azione concreta per far prevalere le giuste ragioni.
Ricordiamo che Federcaccia è stata l’Associazione trainante che ha partecipato a tutti i numerosi ricorsi presentati in difesa della nostra passione, con il maggior esborso di spesa, senza richiedere alcun contributo e continuerà ad essere sempre presente anche in futuro.
Di recente siamo stati anche l’unica Associazione che ha prodotto in tempo utile opportune osservazioni al DDL 182, licenziato dalla III Commissione Consigliare della Regione, assistendo alla prima adunanza del Consiglio Regionale sul tema, terminata con l’approvazione dell’art. 1 e devo dire, …con estrema delusione.
Una serie di accertate circostanze, tutte valutate attentamente in sede di nostro Consiglio Regionale e nei vari Consigli Provinciali, visti e considerati i fermi atteggiamenti contrari tenuti sino ad ora dall’attuale Assessore, ci ha fatto desistere da determinati propositi. Cogliamo quindi l’occasione per contraddire certi portatori della ragion pura, affermando di non aver mai invitato nessuno a trattare con questa maggioranza politica, né lo faremo per il futuro.
Assolutamente non abbasseremo mai la guardia, e continueremo a combattere con estrema determinazione, mediante iniziative già individuate per il prossimo futuro. Siamo convinti che chi pensa possa bastare una manifestazione di piazza per contrastare dei futuri accordi politici, sia un illuso, a meno che non persegua altri scopi, del tutto personali.
Federcaccia non ha mai fatto politica, perché l’unica politica che ci interessa è quella venatoria. Lasciamo quindi che altri intraprendano liberamente le iniziative che ritengono più opportune, senza risentimenti nei loro confronti, perché anche nella divergenza di idee, riteniamo che il rispetto reciproco sia sempre dovuto.
Prendiamo atto che il nostro punto di vista può risultare ostico, ma non certamente per colpa nostra. La saggezza è tanto nel silenzio quanto in una parola detta al momento giusto.
Torino 04-05-2018
Federcaccia Piemonte