Nelle Marche è stata nuovamente sospesa la caccia nei siti di Natura 2000. Lo ha deciso il Tribunale Amministrativo Regionale delle Marche lo scorso 7 dicembre accogliendo la nuova richiesta di sospensiva avanzata dalle associazioni animaliste Lac, Wwf ed Enpa.
Cosa è successo
La caccia nei siti Natura 2000 marchigiani (e nella prima settimana di febbraio) era già stata sospesa una prima volta dal Consiglio di Stato lo scorso 24 ottobre con la motivazione della mancanza di un Piano Faunistico Regionale aggiornato.
Così poco più di un mese fa, la Giunta Regionale era intervenuta per ripristinare la validità del calendario venatorio e riaprire la caccia nei siti Natura 2000 prorogando i cinque piani faunistici provinciali, in attesa di licenziare quello regionale entro la fine del 2019.
La mossa della Regione, però, non è bastata a convincere il Tar che accolto ora la sospensiva della nuova delibera avanzata dalle associazioni ambientalisti e che discuterà il merito della causa il 23 gennaio prossimo.
Ad oggi quindi la caccia nei 140 mila ettari dei siti Natura 2000 è sospesa.
I motivi delle sentenza
Le motivazioni con cui il Tar ha sospeso la caccia nei siti Natura 2000 sono in sostanza le stesse adottate dal Consiglio di Stato. Nella sentenza, infatti, si legge:
– alla luce di quanto statuito dal Consiglio di Stato nell’ordinanza n. 5165/2018, la domanda cautelare va accolta, limitatamente all’esercizio della caccia nei siti Natura 2000 e quanto al prelievo delle specie ghiandaia, gazza, cornacchia grigia e colombaccio nei giorni 2, 3, 6, 7, 9 e 10 febbraio 2019. Con riferimento alle questioni sollevate dalle organizzazioni di categoria intervenute ad opponendum, va solo aggiunto che le problematiche dovute all’eccessiva presenza di cinghiali sono oggetto dell’autonomo Piano di Controllo Regionale 2018/2023 (oggetto del ricorso n. 366/2018 R.G.).
Qui potete leggere il testo integrale della sentenza.
