Piemonte

Piemonte, legge sulla caccia: approvato l’emendamento che vieta la caccia nelle domeniche di settembre

In Piemonte continua l’iter in Consiglio del nuovo disegno di legge sulla caccia, la cui approvazione definitiva è previsto per martedì 13 giugno. Ieri, lo stesso Consiglio regionale ha fatto sapere che uno degli emendamenti più discussi, riguardante il divieto di caccia la domenica, è stato approvato.

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In Piemonte verrà sancito il divieto di caccia la domenica per il mese di settembre si legge nella nota diffusa dalla Regione. Con l’approvazione dell’emendamento 308, presentato dai capigruppo di maggioranza, il Consiglio regionale decide, prima regione d’Italia, la proibizione di cacciare la domenica. Il divieto vale soltanto per il mese di settembre e la maggioranza è arrivata a questa decisione dopo un’ampia concertazione tra le varie istanze proposte anche dall’opposizione, vale a dire il divieto generalizzato sollecitato dal Movimento 5 stelle e invece la richiesta da parte del centrodestra di non non limitare l’attività venatoria domenicale”. 

Il PD, che ha la maggioranza in Consiglio regionale, ha votato a favore, come sottolineato dalla stessa nota della Regione: “Secondo i rappresentanti del Pd la funzione nel legiferare è quella di tutelare il patrimonio avifaunistico e non  l’attività della caccia. Molti interventi della maggioranza hanno espresso l’auspicio che adesso il governo possa intervenire a livello nazionale per un divieto più generalizzato. Così come ha votato a favore Il M5s sottolineando che “avrebbe preferito maggiori restrizioni, ma che il segnale dal loro punto di vista è positivo”.

Il commento di Gianluca Vignale

Gian Luca Vignale, Consigliere Regionale e Presidente del Movimento nazionale per la Sovranità, ha dichiarato: “in Piemonte l’ideologia e il pregiudizio anticaccia del Partito Democratico, dell’intero centrosinistra e del Movimento 5 Stelle hanno approvato nel Consiglio regionale di oggi ulteriori articoli che faranno della legge del Piemonte la più restrittiva presente in Italia“.

“Una legge regionale – continua Vignale – che viola la norma dello Stato trasformando 15 specie cacciabili in non cacciabili che consentirà a chiunque di chiudere i territori all’attività venatoria e che introduce nuovi, ulteriori restrizioni. Questa legge è inaccettabile per il mondo venatorio, dannosa per la gestione del territorio e incapace di dare risposte al mondo agricolo. Con la chiusura, voluta dal PD nella giornata di oggi, della caccia nelle domeniche di settembre si è dimostrato come l’intera discussione e votazione sia stata esclusivamente dettata da un pregiudizio anticaccia e non si sia mai voluti entrare nel merito delle proposte presentate”.

“Le mie proposte – sottolinea Vignale – erano finalizzate a dare al Piemonte una norma come quella delle altre regioni italiane tanto governate dal centrodestra (Veneto, Liguria, Lombardia etc), quanto dal centrosinistra (Emilia, Toscana, Umbria etc). Leggi che non solo consentono di svolgere un’attività consentita dalla legge dello Stato e dalle direttive europee, ma anche di garantire un efficace controllo del territorio con una equilibrata presenza faunistica e minori danni all’agricoltura”.

“Ho inutilmente proposto – conclude Vignale – che fossero creati Fondi regionali per garantire il pagamenti dei danni all’agricoltura, dei danni da incidente stradale, fondi per una corretta gestione di CA e ATC e fondi per il ripopolamento faunistico. Fondi che sarebbero completamente finanziati con la tassa annuale che versano i cacciatori. Una legge contro l’attività venatoria è una legge contro il territorio e contro il mondo rurale e agricolo”.

 

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