Rai 3, disinformazione sulla Caccia: le Associazioni Venatorie procederanno per vie legali
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Ieri sera su Rai 3 nella trasmissione “Indovina chi viene dopo cena” condotto da Sabrina Giannini si è parlato di caccia, o forse sarebbe meglio dire, si è sparlato di caccia. E’ infatti andato in onda l’ennesimo tentativo di screditare l’attività venatoria e la figura del cacciatore, senza nessuna possibilità di contraddittorio e senza che le posizioni del mondo venatorio fossero prese in considerazione (qui potete rivedere la puntata integrale).
E’ scandaloso ed inaccettabile che questo accada in un televisione pubblica, dove l’informazione dovrebbe essere fatta nel modo più trasparente possibile e non con tesi ed argomentazioni faziosamente di parte.
La reazione delle Associazioni Venatorie
Come si legge in una nota a firma del Presidente di Federcaccia Gianluca dall’Olio, le Associazione Venatorie si stanno muovendo in modo unitario “per preparare un esposto alla direzione Rai, alla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e all’Ordine Nazionale dei Giornalisti, oltre a valutare gli estremi per procedere legalmente nei confronti della conduttrice, della Rete che ha ospito la trasmissione e di quanti abbiano rilasciato all’interno della stessa dichiarazioni diffamatorie”
Di seguito il comunicato rilasciato in queste ore dalla Confederazioni Cacciatori Toscani.
Cacciatori nel mirino di una campagna diffamatoria nella trasmissione di Sabrina Giannini “Indovina chi viene dopocena”: roba da far impallidire le campagne di regime.
Una sola campana, un solo punto di vista che ha dispensato astio e falsità a piene mani disconoscendo la base di qualsiasi approccio informativo professionale e deontologico, basato sulla pluralità delle fonti e sulla necessità di offrire la versione di chi è posto sotto accusa.
Con i soldi di tutti, anche dei cacciatori dunque, la “giornalista” spara servizi strappalacrime e mette in campo numeri e cifre destituite di ogni fondamento, a partire dalle aree disponibili per la caccia (tutta l’Italia salvo i parchi! ), diffonde allarmismo sulla salubrità delle carni provenienti dalla caccia, mette assieme cacciatori e bracconieri e chi più ne ha più ne metta.
Una vergogna già denunciata, ad esempio dal quotidiano La Stampa che di Sabrina Giannini dice: “.. ogni lunedì sera dispensa pseudo-informazione di stampo ideologico, che non informazione giornalistica” e più avanti, a proposito del tema trattato, in quel caso la carne e gli allevamenti spiega come “…Riempire di contenuti ideologici aspetti essenziali del nostro vivere quotidiano, in primis il nostro modo di alimentarci, non rende un buon servizio al cittadino consumatore ed alimenta confusione, frustrazione e paura. E di questi tempi non se ne sente di certo il bisogno”.
Già, anche su temi come la gestione di fauna e territorio, di cui la caccia è parte e soggetto fondamentale, non si sente il bisogno: e in questi casi l’indignazione non può essere certo affidata a singoli ancorché autorevoli interventi sulla stampa o a singole categorie: riguarda tutti trattandosi di un’appropriazione indebita di uno spazio e di un servizio pubblici, Vergogna.