La Cabina di Regia chiede l’esenzione delle tasse di concessione per la prossima stagione
Un'esenzione totale o una riduzione proporzionale al numero di giornate in cui non si è potuto cacciare. È questa la richiesta che le associazioni venatorie hanno fatto alle Regioni e al Governo, per compensare le giornate di caccia perse nella stagione 2020/2021
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La Cabina di regia del mondo venatorio, che riunisce tutte le associazioni riconosciute e il Comitato Nazionale Caccia e Natura, nei giorni scorsi ha scritto ai presidenti delle Regioni e ai Ministri interessati per chiedere l’esenzione totale o parziale del pagamento delle tasse di concessione regionale e governativa per la prossima stagione venatoria.
Molte giornate di caccia perse nella stagione 2020/21
Il motivo della richiesta è facilmente intuibile: nella stagione 2020/2021 i cacciatori hanno provveduto al regolare pagamento delle tasse di concessione che abilitano all’esercizio venatorio per l’intera stagione ma i provvedimenti adottati dal Governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria hanno fortemente limitato la possibilità di cacciare.
Dei circa 4 mesi e mezzo di caccia previsti dal calendario venatorio nazionale (dalla terza domenica di settembre a fine gennaio) in molte regioni si è potuto cacciare regolarmente soltanto per poco più di un mese. Infatti, a partire dal 2 novembre in tutte le zone arancioni è stato possibile cacciare solamente nel territorio del proprio Comune, mentre nelle zone rosse la caccia è stata vietata. Una situazione che è proseguita fino al termine della stagione.
Per questo motivo, secondo la Cabina di Regia, “sono venuti meno i presupposti giustificativi dell’intero pagamento delle tasse di concessione” che hanno natura corrispettiva “in quanto solo a fronte del loro versamento la P.A. consente agli interessati di poter svolgere l’attività venatoria” e il cui “importo è commisurato ai periodi di caccia stagionali stabiliti dalla legge n. 157/1992 e dalle leggi delle Regioni e Province autonome, come annualmente determinati dai rispettivi calendari faunistico-venatori”
Motivazioni che hanno spinto la Cabina di Regia a chiedere alle Regioni e al Governo l’esenzione del pagamento delle tasse di concessioni per la stagione venatoria 2021/2022 o una riduzione del pagamento proporzionale al numero di giornate in cui nella scorsa stagione la caccia è stata interrotta.
Sicilia, tassa di concessione regionale già dimezzata
Nell’attesa di un riscontro c’è già chi ha preso la sua decisione. Stiamo parlando della Sicilia che nella legge di stabilità regionale approvata lo scorso 5 febbraio ha predisposto una riduzione della tassa di concessione regionale per le prossime due stagioni venatorie.
Nella scorsa stagione i cacciatori siciliani sono stati tra i più penalizzati: infatti, oltre a essere stati tra i primi lo scorso novembre a entrare in zona rossa, si sono visti limitare ulteriormente la possibilità di cacciare da diverse ordinanze del TAR, che poi sono state annullate in molte parti dal Consiglio di giustizia amministrativa.
Per questo l’amministrazione regionale ha deciso che nel 2021 e nel 2022 i cacciatori siciliani pagheranno la tassa di concessione regionale con una riduzione del 50%, ossia 42 € invece che 84€.
chi scrive è un cacciatore con residenza in Salerno (citta), titolare di porto d’armi da 40 anni.
Dimezzare le tasse di concessione per la prossima stagione venatoria, sarebbe oltre a danno anche la beffa.
Mi spiego meglio, per non essere considerato un demente. I cacciatori al di furi della citta di Salerno ovvero dei comuni montani, hanno goduto per il periodo arancione della più grande disponibilità del territorio, senza noi cacciatori cittadini tra i piedi.
Ora, dimezzando le tasse, di dara un beneficio a coloro (non per loro colpa) che avevano territorio ove cacciare nel periodo arancione, rispetto ai cacciatori che nel periodo arancione, pur potendo esercitare l’attività venatoria il loro comune era sprovvisto di territorio, come il comune di Salerno .
Non è invidia, ma solo riflessione
Una volta per tutte , vogliamo precisare che è falso dire che si caccia all’anno : 4 mesi e mezzo come da calendario venatorio dalla terza domenica di settembre a fine gennaio!?!?
Poiché si caccia tre giorni alla settimana, è semplice fare i conti:
Settembre : 5 giorni- ottobre 13 giorni- novembre 13 giorni- dicembre 13 giorni- gennaio 9 giorni ( Piemonte).
In totale sono 53 giorni ! Quindi si caccia neanche due mesi! Se poi si considera le giornate avverse : pioggia , neve, le feste Natalizie ecc. si riducono maggiormente le giornate di caccia ! Per chi lavora rimangono solo due ( sabato e domenica ), totale giorni 35 poco più di un mese ! Per chi dedica la domenica alla famiglia : Gli rimane solo un giorno il sabato : totale 19 giorni !………..Qualcuno verrà da ridere……ma c’è da piangere !!!!!! La caccia dovrebbe essere consentita ( come era una volta ) da settembre a marzo , almeno per la migratoria tutti i giorni della settimana !!!!!!!!
Quanto dice nanni Rabbò è sacrosanto, sono pienamente d’accordo con lui. Aggiungo soltanto che il totale di 19 giorni cacciabili, per anziani come me (62 licenze di caccia), causa acciacchi della vecchiaia si potrebbero ulteriormente ridurre. Associazioni venatorie, se volete salvare la caccia, sapete cosa fare.
Sono pienamente d’accordo, ma come fare per chi come me ha il P.A. che scade a giugno?. In Puglia ed in particolare a Taranto per rinnovare alla scadenza dei 6,poi 5, anni, pretendono il versamento governativo in data 2021, nonostante il mio dello scorso anno scade ad Agosto, ma non solo, udite! udite!, pretendono anche il pagamento della tassa regionale di 84 euro sempre in data 2021. E se uno vuole rinnovare il P.A. ma non vuole andare a caccia il prossimo anno?. Un vero e proprio abuso.
Credo sia giunto il momento di rimettere mani alla legge sul P.A. magari un titolo unico come quello per uso sportivo( senza tasse o con un minimo congruo) e poi le tasse aumentano secondo l’uso che si chiede di fare? Scusate se mi sono dilungato ma spero che le AA.VV. meglio se La cabina di regia valuti questa mia proposta.
Scudieri Gaetano
Ci sarà mai qualcuno che si prenderà il disturbo di mettere mano alle incongruenze (per risolverle), che denuncia Gaetano Scudieri? Spero tanto di si, ma ci credo poco. Ci credo poco, perché quando si tratta di spillare quattrini dalle tasche dei cacciatori, nessuno si preoccupa di domandarsi se sono richieste giuste oppure sproporzionate. Faccio un esempio. Quando si rinnova un porto d’armi a scopo venatorio, secondo me, si dovrebbe valutare gli anni del richiedente. Un giovane, potrà sfruttare a pieno le sue giornate di caccia (io, quando ero giovane, mi facevo 700 km fra andata e ritorno per andare a cacciare, dalle Marche nelle Puglie e la giornata cominciava all’alba e finiva al tramonto), mentre adesso, che sono quasi ottantenne, è già tanto se riesco a fare (in pianura) qualche km. Ed allora, non si potrebbe considerare di far pagare, magari sopra alla soglia dei 70 anni, qualcosina di meno a questi nembrotti un po’ datati? Mi fermo qui, potrei fare tantissimi altri esempi, ma non voglio dilungarmi troppo.
Alberto Nobili.