Ricaricare le cartucce da caccia

Tutta l’attrezzatura necessaria per la ricarica amatoriale

Avevo circa nove anni quando ho avuto per la prima volta una cartuccia tra le mani potendola ammirare da vicino. Allora ero completamente allo scuro del suo funzionamento, credevo che il fondello fosse la parte lesiva e che tutto il corpo di plastica contenesse polvere da sparo. Solo più in là nel tempo, aprendo il bossolo, studiandone il contenuto e facendo una miriade di domande a mio padre, ho capito come funzionava veramente una cartuccia….

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Vi ho raccontato questo piccolo aneddoto perché credo sia utile, prima di parlare dell’attrezzatura necessaria per la ricarica amatoriale, spendere due parole sul come sono fatte le protagoniste della nostra passione, le cartucce.

Com’è fatta una cartuccia?

La parte che costituisce l’apparato contenitore e “l’esoscheletro” della munizione è il bossolo, all’interno del quale troviamo, in ordine, la polvere da sparo, la borra ed il piombo. Il bossolo a sua volta è costituito da una parte metallica che è il fondello, da un innesco e da un “corpo” contenitivo di plastica o di cartone. Tutte queste componenti possono essere assemblate a seconda dello scopo per il quale utilizzeremo la cartuccia, o a seconda della mole e del tipo di selvatico. Tale assemblaggio è coadiuvato da una serie di attrezzature che analizzeremo di seguito.

Bilancini

Il primo strumento che determinerà la prestazione qualitativa della munizione è la bilancia. Infatti, la prima azione da compiere quando si decidere di assemblare una nuova cartuccia è individuare con precisione il dosaggio corretto di polvere da sparo e piombo da utilizzare. Per questo, procurarsi un bilancino accurato è prioritario.

Ci sono due tipi di bilancini, quello meccanico e quello elettronico. Quello meccanico è costituito da una base solida, di solito di marmo, al centro della quale è piantata un’astina verticale dal cui apice partono due bracci simmetrici che sosterranno due piattini, su uno verranno posti i pesi di riferimento sull’altro il piombo o la polvere. Invece, quello elettronico è composto semplicemente da una superficie dove viene poggiato il piattino contenente il piombo o la polvere e uno schermo dove verrà visualizzata la dose. Personalmente utilizzo quest’ultimo, in quanto le dosi di piombo e di polvere misurate sono più precise ed affidabili.

Dosatori

Una volta individuato il dosaggio corretto di polvere da sparo e piombo sarà indispensabile una standardizzazione di tali dosi, per avere così un prodotto affidabile. Per fare questo potremmo avvalerci di un altro strumento fondamentale, il dosatore.

Una volta settato nel modo desiderato, il dosatore consentirà di standardizzare la quantità di polvere o piombo da inserire nel bossolo, rendendo la bilancia solo uno strumento di controllo. Io adopero un dosatore a cucchiaio per la polvere, poiché mi risulta semplice controllare che tutte le particelle di propellente siano state inserite all’interno del bossolo.  Per il piombo, invece, che ha caratteristiche fisiche e chimiche meno adesive rispetto al contenitore che lo ospita, utilizzo un dosatore fisso con un imbuto-contenitore inserito in un corpo metallico che presenta un ugello regolabile.

Orlatrici, incisori e bobine

Una volta che avremo individuato e standardizzato il dosaggio corretto di polvere e piombo dovremo occuparci della chiusura del bossolo, un’aspetto non trascurabile che incide notevolmente sulla resa balistica della cartuccia.

Lo strumento che viene utilizzato per effettuare quest’operazione è l’orlatrice. Essenzialmente è composta da una sede statica, dove alloggerà il fondello del bossolo, chiamata controbobina che ha la funzione di tenere ben salda la cartuccia da chiudere, e da una componente dinamica che è la bobina la quale, ruotando e avendo la possibilità di muoversi lungo l’asse verticale del fondello del bossolo, comprime e chiude la munizione. Le bobine possono essere in ottone o in acciaio cementato e generalmente sono suddivise in T1, T2 e T3 in relazione alla larghezza del bordino che produrranno ripiegando il bordo del bossolo.

In commercio troviamo vari tipi di orlatrici: quelle manuali, quelle da trapano e quelle elettriche. Ovviamente la scelta d’uso ricadrà sul quantitativo di munizioni che volgiamo ricaricare e sulla tipologia di chiusura che volgiamo effettuare. Se il numero è limitato e si vuole effettuare un orlo tondo, è sufficiente l’impiego di un’orlatrice orizzontale a morsetto, se invece si vuole effettuare un orlo stellare avremo bisogno di un’orlatrice verticale da tavolo dotata di un alloggio per incisore e bobina di chiusura.

L’incisore è fondamentalmente una bobina che ha il compito d’incidere il bordo del bossolo per ottenere una chiusura stellare. Strutturalmente è simile quindi alla bobina in quanto, intercambiato con quest’ultima all’interno di un’orlatrice, ha la possibilità di muoversi lungo l’asse verticale del fondello pressando e incidendo il bordo del bossolo. L’incisore a differenza della bobina non ha il compito di “orlare” quindi chiudere la cartuccia, per questo non ruota su se stesso.

Se vogliamo alzare il livello qualitativo del prodotto finale, possiamo passare all’impiego di un trapano a colonna. In questo caso, sul piano d’appoggio verrà montata la controbobina, che manterrà il bossolo fermo e centrato in asse con il mandrino del trapano su cui verranno avvitate le bobine di chiusura. Il trapano così modificato fungerà anche da pressa, infatti, inserendo la bobina d’incisione sul bossolo e posizionandola nel trapano potremo eseguire una chiusura stellare.

Infine, ci sono le orlatrici motorizzate. Queste ultime lavorano con un numero di giri motore, quindi della bobina di chiusura, ideale per la realizzazione di chiusure perfette. Inoltre presentando leveraggi robusti sono adatte a supportare le sollecitazioni che comporta l’incisione e la chiusura di molti bossoli pieni.

Sistemi di ricarica automatizzati

Se intendete produrre cartucce su larga scala in commercio trovate anche dei sistemi di ricarica automatizzati che velocizzano notevolmente il processo di ricarica limitando l’intervento umano al solo settaggio del piombo, della polvere e dei bossoli.

Un esempio sono le presse orlatrici rotative. Queste presentano una base rotativa a più stazioni, dove vengono alloggiati i bossoli e due imbuti di raccolta che permettono del piombo e della polvere. Una volta che la macchina sarà azionata ad ogni stazione corrisponderà una fase del caricamento: inizierà con l’inserimento della polvere nel bossolo, successivamente farà ruotare la base e il bossolo passerà alla stazione successiva, dove verrà “borrato”, quindi la base ruoterà di nuovo posizionando la cartuccia al disotto dell’ugello rilasciante il piombo. Infine la macchina chiuderà la munizione con la bobina di chiusura. Esistono basi rotative che inseriscono più passaggi a seconda se si decide di eseguire una chiusura stellare o se si decide di caricare bossoli di diverso calibro.

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