Starna, comprendere il declino per impostare programmi di recupero
Il ripristino dei siti di nidificazione e di allevamento e il controllo dei predatori sono azioni fondamentali per riportare la starna nelle nostre campagne
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I fattori chiave implicati nel declino e nell’estinzione della starna possono essere così riassunti: riduzione della quantità di insetti legata all’uso dei diserbanti ed insetticidi (la mancanza di cibo per i pulcini determina covate meno numerose e minore sopravvivenza dei piccoli); riduzione dei siti di nidificazione a causa della eliminazione di siepi e dei margini inerbiti anche come conseguenza dell’aumento delle dimensioni degli appezzamenti (questo porta a un minore successo riproduttivo delle coppie); aumento della predazione da parte dei predatori generalisti come la volpe (causata dalle modificazioni dell’habitat – meno siti di rifugio – e dalla riduzione del controllo di queste specie).
A queste cause comuni a tutta l’Europa, si deve aggiungere, almeno per l’Italia, una pressione venatoria che non ha saputo adeguarsi alla riduzione delle consistenze. Va inoltre precisato che le cause sopra elencate sono derivanti da studi compiuti in UK e in paesi del nord e centro Europa e potrebbero trascurare fattori legati all’ambiente mediterraneo che non sono mai stati indagati in modo scientifico.
Detto questo, conoscendo almeno il quadro generale che ha portato all’estinzione della specie nel nostro paese, è possibile indicare i requisiti minimi e le strategie da adottare per tentare di riportare questa specie nelle nostre campagne.
Ripristinare i siti di nidificazione
La starna nidifica prevalentemente nella vegetazione spontanea dominata da graminacee che si trova lungo siepi, fossi, canali e margini campestri ove abbondano le erbe secche dell’anno precedente. In alcune situazioni è comune anche la nidificazione sui margini delle coltivazioni di cereali invernali.
Ripristinare le aree di nidificazione può essere ottenuto con la creazione di banchine inerbite (beetle banks) distaccate dal margine dell’appezzamento e larghe qualche metro composte da essenze spontanee con prevalenza di graminacee. Un’altra opzione facilmente realizzabile è quella di piccoli blocchi o strisce di fiori selvatici. Forniscono un ambiente non troppo fitto a livello del terreno, ma allo stesso tempo offrono una copertura sufficiente per la mimetizzazione dai predatori.
Occorre tenere presente che gli elementi lineari, come le banchine inerbite o le strisce poste lungo i margini dei campi, possono facilitare il lavoro dei predatori, perché agiscono come corridoi per queste specie. Nel caso in cui non sia possibile un controllo letale dei predatori generalisti piuttosto intensivo, può essere preferibile optare per piccoli blocchi sparsi fra gli appezzamenti al posto delle strisce strette e lunghe.
Ripristinare aree per l’allevamento dei piccoli
Al fine di fornire ai piccoli di starna una adeguata copertura e soprattutto un abbondante nutrimento fornito da insetti sono raccomandate le seguenti misure:
- Evitare l’uso di diserbanti ed insetticidi sui margini degli appezzamenti di cereali in modo da non interrompere la catena alimentare che consente ai pulcini di trovare una adeguata quantità di insetti. La fascia di rispetto, secondo gli studi effettuati negli anni ’90 in UK deve essere larga circa sei metri. Si tratta di una misura agro-ambientale adottata in diversi paesi del centro e nord Europa.
- Creare piccoli appezzamenti di set-aside con fiori selvatici molto attrattivi per gli insetti di cui abbisognano i pulcini di starna. Le specie da utilizzare a questo scopo possono essere: girasole, cavolo da foraggio, cicoria, senape, loietto, erba medica, trifogli, lupinella, cardo da lanaioli, ma le combinazioni possibili sono tante a seconda delle condizioni pedoclimatiche. Questi appezzamenti possono essere realizzati in strisce larghe 20 m o in piccoli blocchi inferiori a un ettaro. Possono essere falciati e ripristinati ad anni alterni dividendo gli appezzamenti in due parti.
Copertura ed alimentazione invernale
Gli appezzamenti descritti nei precedenti paragrafi forniscono anche un ottimo ambiente per l’inverno. Tuttavia in questo periodo le starne tendono a stare nel mezzo degli appezzamenti. La presenza di stoppie dei cereali rappresenta un fattore chiave per la sopravvivenza di questa specie per la presenza di semi e dei germogli delle piante avventizie e pertanto dovrebbe essere incoraggiato il loro mantenimento per tutto l’inverno.
Poiché i moderni agro-ecosistemi forniscono risorse alimentari scarse per questa specie è sempre opportuno integrare l’alimentazione naturale con granaglie fornite in apposite mangiatoie. L’alimentazione dovrebbe essere proseguita nei mesi primaverili in modo da far accumulare agli animali le riserve adipose che verranno consumate durante l’incubazione delle uova. L’alimentazione supplementare, poiché diminuisce il tempo dedicato all’alimentazione riduce anche il rischio d predazione.
Controllare la predazione
La starna è una specie molto sensibile alla predazione tanto che il famoso naturalista tedesco Alfred Brehm nel 1860 ebbe a scrivere “Se uno si rendesse conto i pericoli ai quali la strana è esposta compresa la predazione avrebbe difficoltà a comprendere come questa specie sia ancora intorno a noi.”
Il controllo dei predatori generalisti è un argomento complesso e controverso, tuttavia dall’esperienza e dalla ricerca scientifica sul campo si evince che per diminuire la pressione su questo fasianide è necessario sia agire sull’habitat rendendolo più sicuro, sia attraverso un controllo letale delle specie più impattanti come volpe e corvidi. In caso in cui non sia possibile fare un controllo professionale di queste specie si dovrà agire in modo ancora più intensivo sulla gestione dell’habitat.
Conclusioni
Si comprende quindi che la conservazione e il recupero di questa specie è legata alla messa in campo di politiche agricole volte a tutelare la biodiversità delle campagne. I progetti di conservazione e reintroduzione della starna dovrebbero essere di stimolo proprio per intraprende questa strada come nel progetto Interreg PARTRIDGE North Sea Region che riguarda UK, Olanda, Belgio e Germania ed è cofinanziato dall’UE, un’esempio che andrebbe seguito.
Bibliografia essenziale
Brewin J, Buner F, Ewal J (2020) Farming with nature – promoting biodiversity across Europe through partridge conservation. The Game and Wildlife Conservation Trust, Fordingbridge, UK.
Mazzoni della Stella R, Santilli F. (2019) Manuale pratico per l’ambientamento, la sopravvivenza e l’incremento della piccola selvaggina. Geographica
Buonasera. Per quanto riguarda il ripopolamento della starna le soluzioni sono belle esposte nell’articolo poco sopra. Quello che c’è da fare è applicare queste regole,. Scriverle è facile, attuarle è complicato. E’ complicato, semplicemente perché, noi cacciatori non abbiamo più voce, e chi dovrebbe farsi sentire al posto nostro (leggi associazioni venatorie, e parlamentari presentatisi come paladini della caccia e dei cacciatori), sono più muti dei muti. E allora, perché ci prendiamo in giro? Gli anticaccia, con le loro bugie e cazzate, ottengono quello che non riusciamo più ad ottenere noi, pur pagando profumatamente tasse governative, tasse regionali, ambiti territoriale di caccia, assicurazioni e chi più ne ha più ne metta, per poter espletare regolarmente, quella attività venatoria che è legge dello Stato (ho scritto Stato? ma quale stato, dov’è questo stato). E sempre a proposito di tasse, mi sarebbe piaciuto (così, soltanto per leggerlo), che fra le tante associazioni venatorie, almeno una, si fosse elevata per dire: proponiamo allo Stato, alle regioni, agli ATC, uno sconto sul rinnovo della licenza di caccia di questo nuovo anno, considerato che quello scorso, con il covid-19, non si è potuto – quasi per nulla – praticare l’attività venatoria, invece nulla, SILENZIO ASSOLUTO. Inoltre ho letto, che chi deve rinnovare la licenza di caccia, questa non varrà più 6 anni, come è stato fino ad ora, ma bensì 5 anni, per fregarci un anno prima i nostri soldi senza farci andare a caccia- calendari sempre più restrittivi e regole assurde. UN GRASSO IN BOCCA AL LUPO A TUTTI QUELLI CHE RESISTERANNO – IO MI RITIRO. Cordiali saluti. Alberto.