Prepariamo il nostro cane all’inizio della stagione venatoria
Uscite brevi, acqua abbondante e cambio di alimentazione, sono accorgimenti essenziali per inizare "bene" l'allenamento dei nostri compagni di caccia
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Mancano ormai poche settimane all’inizio della nuova stagione venatoria e nella testa di tutti i cacciatori l’attesa si fa ogni giorno più spasmodica, di sicuro il fucile è già ben oliato e pulito, i vestiti “da caccia” sistemati nel nostro armadio e il cane… già… il cane?
Probabilmente, finché la stagione l’ha permesso, qualche uscita senza sparo l’ha fatta, poi la vita di tutti i giorni, gli impegni che ci assillano e soprattutto l’arrivo della bella stagione, lo hanno messo in vacanza forzata. Ora si riparte ed è bene avere qualche accorgimento per preparalo al meglio per l’inizio della stagione venatoria.
Proteggiamolo dai parassiti
Posto che di sicuro lo abbiamo protetto verso tutti i parassiti esterni (ne ho parlato approfonditamente in questo articolo) di cui la stagione calda provoca l’esplosione demografica (pulci, zecche, etc), male non sarebbe un’analisi delle feci (a campione se avete molti ausiliari) per vedere se hanno contratto parassitosi (la Tenia D. caninum trasmessa dalle pulci, per esempio) che, se pur nell’adulto sono meno pericolose, sono comunque debilitanti.
Dico analisi delle feci perché personalmente odio la “sverminazione al buio”. Anzitutto perché per le parassitosi, così come per qualsiasi altra malattia, la Panacea (un farmaco che copre tutte le malattie parassitarie) non esiste ma anche perché un farmaco è pur sempre un veleno e preferisco usarli solo quando strettamente necessario.
La giusta alimentazione
Dopo la stagione calda in cui spero siate passati a un’alimentazione più “leggera”, in vista dell’avvio dell’inizio della nuova stagione venatoria è bene per il vostro cane tornare a un’alimentazione normale (qui trovate un approfondimento specifico sull’alimentazione del cane da caccia). Ricordatevi sempre che il passaggio deve esser fatto progressivamente, per permettere all’intestino di tornare per gradi a un lavoro più intenso, e mai di colpo per evitare problemi di digestione.
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Prepariamolo alle prime uscite
In addestramento le prime uscite dovrebbero essere fatte con attenzione: i piedi devono essere “preparati” ai nuovi sforzi, poiché i terreni siccitosi o di montagna sono molto più duri che durante l’autunno e l’inverno (gelate a parte, ma li il piede è allenato). Quindi, aiutare il progressivo indurimento dei polpastrelli con prodotti specifici (senza fare pubblicità, in commercio se ne trovano di validi), o addirittura proteggerli con delle protezioni, eviterà ai nostri amici dolore e soprattutto patologie, come l’aggravio (ecchimosi traumatiche del cuscinetto plantare) che poi li bloccherebbero con l’impossibilità di correre fino a guarigione.
Non male sarebbe anche accorciare il pelo ai cani più “pelosi”, come Setter e Breton, per evitare che le lappe o altre fastidiosissime erbe presenti col caldo possano aggrovigliarsi al pelo e creare dermatiti da sfregamento, dolorose e fastidiose. Se possibile evitiamo gli incolti dove qualche forasacco ancora in giro può esserci.
Acqua e durata delle uscite
Anche se dovrebbero essere scontati gli ultimi due consigli sono forse i più importanti: acqua e durata delle uscite.
Oltre alla borraccia per noi, è estremamente importante avere dietro l’acqua per i nostri cani (sopratutto se dove alleniamo non ci sono fonti sicure per l’abbeverata, come fontanili o corsi d’acqua) e farli bere spesso. I loro meccanismi di termoregolazione sono molto diversi dai nostri, e anche se per passione s’impegnano e non la cercano, l’acqua è fondamentale, com’è ovvio. Quindi, pause e bevute anche nelle prime ore del mattino, il più frequentemente possibile (un modo pratico per farli bere è tagliare a metà una media palla di plastica vecchia ed usarla come scodella, eviterà sprechi e piegata nella “cacciatora” nemmeno ingombra…)
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Inoltre, non farei nelle prime 3-4 uscite turni di allenamento più lunghi di un’ora, un’ora e mezza. Esattamente come gli sportivi nei primi giorni di ritiro, è meglio evitare sforzi prolungati. Il cane è un atleta a tutti gli effetti e la muscolatura di un atleta deve tornare al suo massimo di potenzialità in maniera progressiva.
Quindi, dopo non molto tempo fermiamoli: loro per amore e generosità da soli lo farebbero solo quando “cotti” e uno sforzo eccessivo potrebbe creare problemi, arrivando addirittura a patologie come micro e macrolesioni muscolari che poi costringono a un lungo riposo o anche a gravi patologie come la Mioglobinuria da sforzo (la nota “malattia del Lunedì di Pasqua” dei cavalli da lavoro, caratterizzata da urine color rosso mattone per la presenza in esse della mioglobina, sostanza presente nei muscoli che ne fuoriesce per la loro rottura, colorando le urine).
Prepariamo i nostri amici per la prossima stagione nel modo migliore e non ci faranno mai mancare il loro aiuto con la passione e l’amore che li contraddistingue!
Allevo setter inglesi da più di 30 anni. Ma il vostro articolo è interessante e non guasta ricordare ai colleghi cacciatori più giovani, che i cani non sono robots ma esseri viventi. Il problema è un altro : prima di preparare i cani, dovremmo preparare il nostro governo e i nostri TAR, che la caccia è una tradizione non di un popolo, di una categoria, bensì dell’uomo. E non va toccata.
Grazie, ottimi suggerimenti. Chiedo una cortesia: nella foto iniziale il cane in primo piano, quello bianco e nero con la coda corta, che razza di cane è?
Pure lui è un bracco tedesco