La Cabina di Regia venatoria risponde alla campagna antibracconaggio della LIPU
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Le associazioni riunite nella Cabina di Regia venatoria (ANLC, ANUUMigratoristi, ARCICACCIA, ENALCACCIA, EPS, ITALCACCIA, FEDERCACCIA e CNCN) hanno risposto con fermezza all’ultima campagna antibracconaggio lanciata della LIPU, che vorrebbe trasformare i cacciatori in “sorvegliati speciali”.
Alla basa della campagna la petizione con cui la Lega Italiana Protezione Uccelli chiede al Governo “un provvedimento che, nel caso di ferimento o uccisione di animali appartenenti a specie protette, fermi per molti mesi la caccia in tutta l’area interessata, introducendo il principio della responsabilità oggettiva per gli istituti che gestiscono le attività venatorie”.
Una richiesta che sembra essere molto più anticaccia che antibracconaggio, come sottolineano anche dalle associazioni venatorie: “si vuole fare azione di tutela contro un reato esecrabile o di tutta l’erba un fascio con un provvedimento che oltretutto mostra da subito una palese illegittimità non distinguendo fra rei e onesti? A noi pare la Lipu abbia scelto questa seconda via”.
Di seguito il comunicato stampa delle associazioni venatorie.
A QUANDO UN DASPO CONTRO IL TERRORISMO IDEOLOGICO?
Le associazioni venatorie facente parti della cabina di regia (ANLC, ANUUMigratoristi, ARCICACCIA, ENALCACCIA, EPS, ITALCACCIA, FEDERCACCIA e CNCN) commentano l’ultima proposta della LIPU: non una risposta al bracconaggio, ma un attacco alla caccia legale e sostenibile
Roma, 27 novembre 2018 – Colori, caratteri e messaggio ricordano tempi bui, certo fortunatamente non paragonabili, dominati e scanditi da pericolosi estremismi ideologici. Con questi toni la Lipu torna a mandare uno dei suoi messaggi propagandistici – tutti peraltro uniti dal filo comune della richiesta di fondi – scagliandosi questa volta contro il bracconaggio.
Azione meritoria che condivideremmo anche noi, se non fosse solo l’evidente pretesto per chiedere ancora una volta, ma guarda un po’, la chiusura della caccia.
“Sorvegliati speciali”, “Se sbaglia uno che paghino tutti”. Questo il bel messaggio trasmesso nell’ultima campagna Lipu che promuove l’idea di una proposta di legge con annessa petizione, che introduca una sorta di Daspo ma non contro i bracconieri, che di leggi regolamenti e limitazioni varie se ne ridono, visto che la loro azione si svolge per definizione al di fuori della legalità. Ovviamente il provvedimento deve colpire i cacciatori onesti, rei di non si sa bene cosa se non, appunto, di essere cacciatori. Così, prima ancora di vedere cosa sarà previsto nel piano nazionale antibracconaggio in preparazione ecco che la Lipu già dice che non basta. Deve essere sufficiente che un solo animale protetto venga abbattuto da un bracconiere perché la caccia legale nella zona venga chiusa.
Ci sono già stati casi di “clamoroso bracconaggio” poi rivelatisi dopo un po’ di tempo decessi per cause naturali, o altro che nulla aveva a che fare con la caccia. Di altri, denunciati magari con tanto di radiografie che evidenziavano pallini ovunque, persino nelle penne della coda!, poi non si è saputo più nulla. Bontà nei nostri confronti? O retromarcia una volta che qualcuno aveva chiesto di vedere meglio la spoglia?
Allora, ci chiediamo conoscendo già la risposta: si vuole fare azione di tutela contro un reato esecrabile o di tutta l’erba un fascio con un provvedimento che oltretutto mostra da subito una palese illegittimità non distinguendo fra rei e onesti? A noi pare la Lipu abbia scelto questa seconda via. Ma se è convinta di poterla percorrere trionfalmente, magari grazie all’incarico attualmente ricoperto dal suo presidente, anche questa volta come già in passato si accorgerà che il viaggio potrebbe essere più scomodo del previsto.
Cabina di regia unitaria del mondo venatorio