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ISPRA: “Specie aliene aumentate del 76%, costano 12 miliardi all’anno”

“Specie aliene, una minaccia per l’Italia. L’Europa corre ai ripari Sono aumentate del 76% e i costi ammontano a oltre 12 miliardi di euro all’anno”  

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A dirlo è l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) con un comunicato stampa emesso a margine del convegno intitolato “Specie aliene in Italia: emergenze e ri-emergenze per ambiente e salute” organizzato dalla Federazione di Scienze della Natura e dell’Ambiente (FISNA), e svoltosi a Roma lo scorso 23 Febbraio. Durante il convegno si è affrontato il grave problema della presenza di specie aliene in Italia, ossia specie animali, vegetali e microbiche che giungendo nei nostri ambienti possono alterarne gli equilibri ecologici, causando danni all’uomo e alle sue attività produttive

Rappresentano una minaccia per la biodiversità e il funzionamento degli ecosistemi – spiega l’ISPRA – causano elevati costi economici e impattano sulla nostra vita e sulla nostra salute: le specie alloctone invasive, trasportate intenzionalmente o meno dall’uomo, sono un fenomeno in forte crescita in Europa. Negli ultimi 30 anni, secondo recenti studi, il numero di specie alloctone sarebbe cresciuto del 76%, con una spesa per i Paesi europei di oltre 12 miliardi di euro all’anno.”

L’Italia sembrerebbe essere particolarmente vulnerabile all’ingresso di specie aliene a causa delle sue condizioni geoclimatiche e spiega l’ISPRA “ne ospita 3000 specie terrestri, delle quali 1645 specie animali e 1440 vegetali”.

ALCUNI DATI RIPORTATI DA ISPRA

Le specie vertebrate introdotte dall’uomo causano impatti spesso estremamente rilevanti. L’opinione pubblica ha, in questo caso, una maggiore percezione del fenomeno; questa sensibilità verso i mammiferi determina anche una particolare attenzione verso gli interventi di eradicazione e controllo.
ISPRA è capofila di un progetto di eradicazione dello Scoiattolo grigio in Umbria, finalizzato a tutelare l’autoctono Scoiattolo rosso e, in quel progetto, particolare importanza rivestono gli sforzi di informazione del pubblico, sia sul problema specifico sia più in generale sulle problematiche legate alle specie invasive.

Tra gli invertebrati, sono note oltre 1.300 specie alloctone di cui circa 1.220 terrestri e 156 d’acqua dolce sia animali che vegetali, a cui si devono aggiungere una trentina di specie parassite. Si tratta soprattutto di artropodi, dei quali più del 90% sono insetti, che includono molti potenziali vettori di infezioni gravi per l’uomo.

In crescita anche il numero di specie esotiche: nel nostro Paese si è passati da 1050 a 1440 specie in soli 5 anni, di cui circa il 40% casuali e il 60% naturalizzate; per ora, circa un terzo delle naturalizzate sono considerate invasive (circa 280 specie). Queste causano gravissimi danni diretti ed indiretti all’economia (in particolare in agricoltura), alla biodiversità, alla salute umana (come l’allergenica Ambrosia artemisiifolia) e animale.

Anche gli ambienti dulciacquicoli e marini del nostro Paese sono caratterizzati da elevatissimi tassi di invasione di specie alloctone sia unicellulari che multicellulari. Negli ultimi anni sono emerse patologie da alghe tossiche e protozoi prima non registrati in Italia: tra i responsabili di questa “invasione”, la globalizzazione e i cambiamenti climatici. Il dato ad oggi più aggiornato risale a febbraio 2016 e riferisce della presenza di 186 specie alloctone multicellulari lungo le coste italiane, di cui 55 vegetali e 131 animali. Tra le alghe meritano particolare menzione le due specie di Caulerpa (C. cylindracea e C. taxifolia) che hanno colonizzato gran parte dei fondali precedentemente caratterizzati da praterie della spermatofita Posidonia oceanica. Nel Mediterraneo il numero di specie alloctone è più che raddoppiato tra il 1970 ed il 2015, con oltre 250 specie ritrovate nel corso degli ultimi 15 anni. Subito dopo Israele, Turchia e Libano, l’Egitto, l’Italia e la Francia sembrano essere i principali hotspot di introduzione di specie alloctone in base al numero di primi ritrovamenti nel Mare Nostrum. Italia e Francia sono anche i Paesi dove si registra il più alto numero di specie alloctone di artropodi terrestri.

CONTROMISURE DELL’UE
Il Regolamento UE 1143/2014 recentemente approvato dall’Unione Europea, impone ai Paesi Membri di prevenire le introduzioni, attivare sistemi di rilevamento precoce e a risposta rapida, procedere alla rimozione delle specie che causano maggiori effetti negativi e procedere con interventi di controllo.

Le misure più restrittive si applicheranno inizialmente ad una lista di 37 specie invasive identificate sulla base di rigorose analisi del rischio e questa lista, in corso di formalizzazione, comprende 22 specie presenti in Italia, tra i quali alcuni vertebrati quali la Nutria (Myocastor coypus), il Gobbo della Giamaica (Oxyura jamaicensis), il pesce d’acqua dolce Pseudorasbora parva e la Rana toro (Lithobates catesbeianus), invertebrati quali il Calabrone asiatico (Vespa velutina) e il Gambero rosso della Luisiana (Procambarus clarkii), piante come la Ludwigia grandiflora, Pueraria lobata e Hydrocotyle ranunculoides.

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