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Piemonte, istituti 10 mila ettari di nuove aree naturali protette

In Piemonte aumentano le aree protette: lo scorso 13 marzo il Consiglio regionale, approvando la nuova legge sui parchi, ha istituito oltre 10.000 ettari di nuove aree naturali protette che vanno a sommarsi ai 193.000 mila ettari appartenenti a realtà già istituite e disciplinate, portando l’estensione complessiva delle aree naturali protette del Piemonte ad oltre 200.000 ettari.

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L’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia, ha commentato così: “Riconosciamo oltre 10.000 ettari di nuove aree naturali protette con il massimo coinvolgimento del territorio, in primo luogo grazie al confronto diretto con i Comuni e con le associazioni ambientaliste. Oltre al grande valore ambientale che riveste, il provvedimento – ha aggiunto Valmaggia – ha anche l’obiettivo di individuare nuove possibilità per una gestione funzionale del marketing territoriale di queste aree, non solamente in chiave naturalistica ma anche di turismo sostenibile”.

La cartina delle nuove aree protette

Fino ad ora, il sistema delle aree naturali protette piemontesi era costituito da 2 parchi nazionali, 83 aree protette a gestione regionale, 9 aree protette a gestione provinciale e 3 aree a gestione locale. Questa la cartina con le nuove aree protette. Di seguito il dettaglio per provincia.

Parco del Po Piemontese

La nuova legge istituisce il Parco del Po piemontese, un’unica area protetta da Casalgrasso ai confini della Lombardia composta dalle riserve attualmente presenti sul tratto torinese del Po e di quelle presenti sul tratto alessandrino-vercellese, ora collegate da ulteriori porzioni territoriali. La gestione sarà affidata ad un unico ente frutto della fusione dei due attualmente esistenti, denominato Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese.

In provincia di Torino 

Si registrano la trasformazione dell’area contigua della Riserva naturale dei Laghi di Avigliana in Zona naturale di salvaguardia e l’identificazione della Zona naturale di salvaguardia del Lago di Arignano.

In provincia di Vercelli

Viene creato il Parco naturale del Bosco della Partecipanza e delle Grange vercellesi, con un’estensione di 1908 ettari che scaturisce dall’accorpamento del Parco naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino con le Riserve naturali Fontana gigante e San Genuario e della relativa area contigua, con un ampliamento di 825 ettari in sovrapposizione ai locali siti della Rete Natura 2000.

In provincia di Alessandria

Viene istituito il Parco naturale Alta val Borbera e della relativa area contigua di Carrega Ligure sui territori della Zona speciale di conservazione del Massiccio dell’Antola, Monte Carmo e Monte Legnà. Il nuovo Parco sarà affidato all’Ente di gestione delle aree protette dell’Appennino piemontese, che gestisce già la ZSC coincidente territorialmente e che avrà un’estensione di 3432 ettari. Inoltre, con un ampliamento di 152 ettari la Riserva naturale di Castelnuovo Scrivia raddoppia la sua superficie.

In provincia di Cuneo

Viene ampliato il Parco naturale del Monviso sul territorio di Oncino, Ostana e Paesana per 819 ettari, con il raggiungimento di un’estensione complessiva di 9154 ettari; viene ridotto il confine dell’attuale Riserva naturale di Paesana, onde escludere territori antropizzati; viene creata la Riserva naturale del Bosco del Merlino a Caramagna Piemonte, con un’estensione di 353 ettari coincidenti con la medesima Zona speciale di conservazione della Rete Natura 2000; viene aumentata di 182 ettari nel territorio di Ormea la superficie del Parco naturale del Marguareis, che diventa così di 8043 ettari; sono rideterminati i confini della attuale Riserva naturale di Benevagienna, onde meglio ricomprendere l’area archeologica e della Riserva naturale Paracollo-Ponte Pesci Vivi sul tratto del Po cuneese; viene istituita la Riserva naturale delle Grotte di Aisone, per un’estensione di 26 ettari in sovrapposizione all’esistente sito della Rete Natura 2000, che sarà assegnata al succitato Ente di gestione; vengono aumentate le superfici protette sull’asta fluviale Gesso-Stura e la conseguente attribuzione alla attuale Riserva della denominazione di Parco naturale Gesso e Stura, in continuità con la gestione locale da parte del Comune di Cuneo ed in parziale sovrapposizione alla locale ZPS della Rete Natura 2000 (il Parco raggiungerà così un estensione di 1052 ettari, 772 in più rispetto all’esistente Riserva).

In provincia di Asti

Sono istituite 4 nuove riserve naturali e altrettante Zone naturali di salvaguardia di collegamento nella piana del Tanaro, in parziale sovrapposizione a esistenti siti della Rete Natura 2000, da affidarsi all’Ente di gestione del Parco Paleontologico astigiano che già gestisce i siti comunitari coincidenti territorialmente e così denominate: Riserva naturale degli Stagni di Belangero, Riserva naturale delle Rocche di Antignano, Riserva naturale del Rio Bragna, Riseva naturale del paludo e dei Rivi di Moasca. Rideterminati i confini della attuale Riserva naturale di Rocchetta Tanaro sulla base dei dati del nuovo Piano Forestale Aziendale.

“Con la nuova legge – si legge a conclusione di una nota della Regione – si è risposto alle richieste locali di istituire ulteriori aree parco e riserve naturali prendendo spunto dalle positive esperienze di gestione di siti appartenenti alla rete Natura 2000, e pertanto già riconosciuti quali aree di interesse comunitario e di conservazione di particolari specie botaniche e faunistiche”.

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nanni Rabbò
nanni Rabbò
2 anni fa

mi congratulo con l’assessore della caccia sig. Protopapa Marco, finalmente si intravede una nuova politica riguardante l’attività venatoria, anche se siamo ancora lontani da ritenersi soddisfatti del tutto.
Come si dice : la speranza è l’ultima a morire.
Signor Protopapa sicuramente sarà a conoscenza del calendario venatorio emanato dalla Reg. Marche, è considerato da tutti come il migliore in assoluto più consone alle esigenze di noi cacciatori.
Ebbene, a mio avviso c’è ancora molto da fare, mi auguro che in futuro Lei possa superare la Reg. Marche e migliorare
ancora di più la caccia. Il Piemonte dovrà portare il fiore all’occhiello, diventare la guida e dare l’esempio di come dovrà essere e praticata la ” vera caccia”. Grazie ancora di quello che ha già tanto fatto. Cordialissimi saluti.

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