RubricheVivo di volata

Il prelievo nella caccia di selezione: quando il selvatico se ne va

Weidmannsheil colleghi!
L’ultima volta abbiamo parlato del prelievo inteso come momenti appena precedenti lo sparo, questa volta invece ci soffermeremo sui momenti successivi allo sparo.
Nella parte conclusiva del precedente articolo ricordavo la regola dell’avere un colpo nel serbatoio del fucile: dopo aver sparato, non si va mai subito verso l’anschuss, si ricarica subito il fucile e si aspettano una decina di minuti per controllare che effettivamente il colpo sia stato mortale, nel caso in cui questo non sia effettivamente letale così facendo abbiamo la possibilità di sparare nuovamente sulla preda.

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Alle volte però, capita, sia per frenesia, sia per lo strappo dello sparo, sia per la posizione, sia per altri mille motivi di non colpire il selvatico in maniera efficace o di colpirlo in maniera efficace, ma che se ne vada subito prima che noi possiamo ricaricare. In questo caso, quale comportamento dobbiamo tenere?

Calma e sangue freddo

Dopo la cocente delusione, dobbiamo tornare il noi, mantenere la calma e per prima cosa segnare l’anschuss con i bruch descritti nel secondo articolo (Ritualità e tradizioni della caccia a palla) e, se preferite evidenziare il luogo, potete utilizzare anche della carta igienica in maniera tale vedere bene il punto segnato.

Una volta segnato l’anschuss, si procedere ad una accurata ricerca per conto proprio, quindi si controlla se ci sono tracce di sangue, ossa, tessuto o altro che effettivamente ci possa far capire se l’animale sia stato colpito e in quale punto.  Non raccogliamo nulla dall’anschuss, ma anzi cerchiamo di coprire con dei rami, in maniera che magari gli uccelli possano mangiare; se vediamo che la traccia prosegue è buona norma non seguirla o seguirla stando attenti però a rimanere paralleli alla traccia e non calpestarla MAI; rimanendo paralleli ad una certa distanza non andremo mai a sporcare la traccia, cosa fondamentale per aiutare chi potrebbe arrivare ad aiutarci nel caso in cui la nostra ricerca sia infruttuosa. Ricordiamo: mai sulla traccia!

Nel caso in cui la nostra ricerca non porti risultati, chiameremo l’addetto (o il volontario molto spesso) di recupero della zona che arriverà con il suo cane da traccia.

Qui entra in gioco un importantissimo ausiliare!

Il cane da traccia

Cos’è un cane da traccia? Il cane da traccia (anche definito da sangue) è un cane che permette di recuperare animali feriti, seguendone le tracce di sangue lasciate sul terreno mentre l’animale fugge ferito. Ricordiamo che, anche se risultasse ferito in punti non letali, per il sopraggiungere di infezioni e/o febbre l’animale potrebbe lo stesso morire in conseguenza al nostro sparo.

Sia che troviamo o non troviamo tracce sull’anschuss, sia che sappiamo con certezza di NON aver colpito il selvatico, dobbiamo chiamare il recuperatore, se siamo dei selezionatori non possiamo dire “ah beh, son sicuro che non l’ho preso” e far finta di nulla, dobbiamo mettere da parte “l’orgoglio” (stupidità più che altro in caso di frasi simili) e utilizzare chi ci può aiutare efficacemente col suo naso sopraffino.

Se non abbiamo “sporcato” la traccia vedrete che una volta arrivato il cane da traccia in poco tempo vi condurrà verso la preda che potrebbe essere non molto distante e ancora viva o molto più lontano di quel che avreste mai scommesso e trovarla morta.

Se invece siamo stati goffi e abbiamo incrociato più volte la traccia e calpestato il sangue deviando l’attenzione del nostro ausiliare a destra e a manca potrebbe servire molto più tempo al cane a portarci a destinazione.

Un mio personalissimo consiglio è: dopo aver segnato l’anchuss, piuttosto di contaminare la traccia cercando il capo ferito, chiamate subito il recuperatore, che sarà ben felice di poter far allenare il proprio ausiliare; vedere un recupero poi, è sempre una cosa meravigliosa in quanto traspare sempre la sinergia tra padrone e ausiliare, uno si fida ciecamente dell’altro.

Non mi stancherò mai di dirlo, non lasciamo mai un animale ferito al suo destino, non è giusto in nessun caso, abbiamo i mezzi per non farlo, abbiamo i nostri antagonisti che non vedono l’ora di poterci sbattere in faccia comportamenti scorretti da parte nostra, ma soprattutto non è giusto nei confronti del selvatico, noi che siamo amanti della natura e ne preleviamo i frutti, non possiamo sbarazzarci delle nostre responsabilità per pigrizia.

Ricordiamo sempre che la selezione è lo sfruttamento ponderato di una risorsa che è rinnovabile, quindi recuperare animali feriti fa si che questo sfruttamento diventi sempre più ottimale e quindi le critiche verso l’atto venatorio sempre di minore efficacia, se vogliamo continuare ad andare a caccia anche in futuro, facciamoci del bene e siamo furbi, chiamiamo il conduttore cane da traccia.

Alla prossima e Weidmannsheil!

Photo Credit: Matthias Ziegler via Flicker (license)

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