Unità venatoria, Sparvoli risponde a Sorrentino: disconoscete l’accordo con Legambiente per ritornare a collaborare
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Dopo Marco Castellani (ANUU) anche Paolo Sparvoli (Presidente Nazionale Libera Caccia) ha risposto alla lettera inviata nei giorni scorsi dal Presidente Arci Caccia Sergio Sorrentino a tutti i Presidenti nazionali delle Associazioni Venatorie riconosciute. Lettera in cui Sorrentino sottolineava l’importanza d’intraprendere un nuovo percorso unitario e proponeva la convocazione periodica di un Tavolo paritetico come sede di confronto.
Nel rispondere Sparvoli si è detto sorpreso dalle parole di Sorrentino, visito il comportamento tenuto da Arci Caccia verso tutti i tentativi d’unificazione portati avanti negli ultimi anni, e ha sottolinea come “Libera Caccia è e resta completamente disponibile ad analizzare con pragmatismo le difficoltà della caccia in Italia per individuare percorsi condivisibili da intraprendere in maniera unitaria, ma pone una condizione assoluta e irrinunciabile: il disconoscimento ufficiale, da parte delle associazioni che l’hanno sottoscritto, dell’accordo stipulato con Legambiente che si è dimostrato e si sta dimostrando anche in questi giorni assolutamente sconsiderato e suicida”.
Di seguito il testo integrale della risposta di Sparvoli.
Che strana che è la politica. O almeno certa politica, soprattutto se venatoria.
Ho appena ricevuto, come tutti gli altri miei omologhi presidenti delle associazioni venatorie, una lettera firmata dal presidente dell’Arcicaccia Sergio Sorrentino il quale, anche se in apparenza sembra rivolgersi quasi esclusivamente alla Federcaccia, in ultima analisi contiene un accorato appello all’unità del mondo venatorio.
Non nascondo che la missiva mi ha sorpreso molto e cercherò di spiegare i motivi di questo stupore.
Tanto per essere chiari, mi piacerebbe sapere cosa è riuscita a costruire, in questi lunghi anni che si potrebbero definire “postfermarelliani”, la consorella legata a triplo filo non solo all’apparato politico della sinistra governativa (le sigle che si sono alternate negli anni sono così tante che è una fatica immane ricordarle tutte) ma anche ad una certa frangia dell’ambientalismo italiano che risponde al nome di Legambiente.
Così, dopo aver contribuito a creare, e a distruggere, l’esperienza Unavi, l’Arcicaccia ha iniziato un lungo periodo di volontario isolamento durante il quale è andata a braccetto con Legambiente fino al punto da boicottare l’importantissima conferenza di Venezia che aveva il solo peccato originale di essere stata convocata da Alemanno, a quel tempo ministro dell’Agricoltura.
Poi è stata la volta di Face Italia ai cui lavori, che sono stati preziosi ma molto faticosi e dispendiosi (campagne pubblicitarie, indagini demoscopiche e studi universitari) l’Arcicaccia si è ben guardata dal partecipare, restando ai margini ma prontissima a cogliere i frutti di tale impegno.
Ma non è bastato. Un bel giorno Arcicaccia ha deciso di rientrare in Face Italia imponendo però il dazio di una alleanza improbabile e anzi suicida con Legambiente.
Ovviamente tale dazio, accettato con entusiasmo da Federcaccia, Anuu e Enalcaccia, per noi era e continua ad essere assolutamente insostenibile tanto che, con estrema anche se dolorosa coerenza, il ritorno di Arcicaccia in Face Italia, a braccetto con gli eterni nemici di Legambiente, ha segnato la nostra immediata e irrevocabile uscita dal coordinamento.
Poi c’è stato, come dice l’amico Sorrentino, un susseguirsi di esperienze, più o meno autorevoli e rappresentative – dalla CCT alla Fenaveri – che però sono tutte inesorabilmente naufragate sommerse dalle solite lotte intestine e dal desiderio di prevaricare e soffocare le specificità delle varie associazioni venatorie.
Ora, con questa missiva dai contenuti e dai toni difficilmente condivisibili, viste le esperienze di questi ultimi anni, l’Arcicaccia torna a sollecitare una specie di unione sottolineando perfino le presunte difficoltà della FIDASC a rappresentare le armi sportive da caccia come se tali difficoltà dipendessero davvero dalla gestione e non da una generica avversione dell’opinione pubblica nei confronti della parola “caccia”.
Peraltro, tale richiamo risulta ancora più incomprensibile se si esamina proprio l’arrogante scalata ai vertici della FIDASC compiuta proprio da Arcicaccia e da Federcaccia che hanno monopolizzato totalmente la gestione della Federazione emarginando completamente le altre Associazioni.
Per quanto sopra ricordato, la lettera dell’amico Sorrentino viene considerata quasi irricevibile dalla Libera Caccia che, non solo non è per niente in “stallo” come afferma il presidente di Arcicaccia, ma è in continua e costante crescita a livello di rappresentatività e proprio per le sue incessanti e coraggiose battaglie di natura sindacale e non certo politica.
Comunque la Libera Caccia è e resta completamente disponibile ad analizzare con pragmatismo le difficoltà della caccia in Italia per individuare percorsi condivisibili da intraprendere in maniera unitaria, ma pone una condizione assoluta e irrinunciabile: il disconoscimento ufficiale, da parte delle associazioni che l’hanno sottoscritto, dell’accordo stipulato con Legambiente che si è dimostrato e si sta dimostrando anche in questi giorni assolutamente sconsiderato e suicida.
Solo a questa condizione l’Anlc, che non è un’associazione di estremisti ma un vero e proprio sindacato dei cacciatori è disposta a riprendere immediatamente ogni dialogo e collaborazione con le consorelle per lavorare con spirito costruttivo alla difesa del mondo venatorio senza pregiudiziali di natura politica e, soprattutto, senza alcun egemonismo da parte di nessuno.
E senza parlare di fusioni.
Il Presidente
Paolo Sparvoli