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“A scuola di rigata” – Una nuova rubrica dedicata alle armi da caccia a canna rigata

Ogni anno aumenta il numero di cacciatori che, avvicinandosi alla caccia in battuta o a quella in selezione, inizia ad utilizzare armi a canna rigata. Ma questi nuovi utilizzatori quanto profondamente conoscono le armi rigate? Da questa domanda è nata l’idea di una nuova rubrica in cui approfondiremo la conoscenza delle armi rigate, trattando prima aspetti semplici, adatti al neofita, per arrivare poi ad argomenti più complessi e specifici.

Un rumore violento e profondo, uno schiocco rabbioso che risuona a lungo e scuote l’aria tutto attorno. Il proiettile esce dalla canna a una velocità tre volte superiore a quella del suono: 3.600, 3.800, perfino 4.000 km/h, che significano oltre 1000 metri percorsi al secondo. Prima ancora che il nostro cervello abbia realizzato il fatto che è avvenuto uno sparo l’ogiva, il proiettile, è già sul bersaglio. E sul bersaglio, oltre che con una velocità spaventosa e con un carico di energia esorbitante, ci va con una precisione quasi inconcepibile per chi non sia un po’ avvezzo a maneggiare certe armi. Una serie di 3 colpi a 300 metri rimane facilmente dentro un cerchio di pochissimi centimetri di diametro e, per fare un esempio più romantico, nelle mani giuste colpirebbe la famosa mela dell’impavido Gugliemo Tell senza grosse difficoltà, sparando non da venti passi ma da venti campi da tennis di distanza. A tutto questo si aggiunga una letalità spaventosa, in grado a centinaia e talvolta migliaia di metri di fermare sul posto animali anche dei più potenti, grossi e vitali al mondo, scaricandogli addosso una potenza che anche a grande distanza dalla bocca rimane nell’ordine di diverse migliaia di Juole per metro.

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Le armi a canna rigata

Le armi da fuoco cambiano tutto, cambiano i valori in campo, cambiano gli equilibri; ma se tra le armi da fuoco esiste un segmento in grado di esasperare le prestazioni e sconvolgere totalmente le possibilità alle quali un cacciatore medio è abituato, quel segmento è senza dubbio rappresentato dalle armi a canna rigata. Che sono di molti tipi come vedremo, appartengono a più famiglie tecnologiche, sono pensate per scopi molto diversi tra loro, ma hanno in comune la caratteristica di far ruotare su sè stessi i proiettili attraverso delle rigature ricavate all’interno delle canne. E in questo accorgimento apparentemente trascurabile, che come vedremo è figlio più della casualità che non di una ricerca pregressa, risiede una linea di demarcazione in grado di distinguere due mondi estremamente distanti tra loro e generare una serie infinita di implicazioni tecniche che non smettono di evolversi.

I proiettili, completamente diversi per forma e struttura da quelli utilizzati per le canne lisce, potendo contare sull’effetto giroscopico che gli imprimono le rigature, possono permettere calibri molto più piccoli, pesi più leggeri, stabilità di volo e conseguente precisione del colpo, e infine capacità di penetrazione e doti di balistica terminale inimmaginabili.

In effetti, quello che abbiamo di fronte quando in campo scendono proprietà come quelle sopra appena elencate è un quadro sterminato e affascinante, un panorama ricchissimo di storia, di tecnica, d’innovazione, di vicende di caccia e di uomini, di record e di regole fisiche continuamente sfidate. Dove il senso comune farebbe dire “impossibile”, si apre la pagina della canna rigata e, per ciò che ci riguarda come cacciatori, possiamo dire, con un termine che andrà approfondito ma ci suona abbastanza familiare, della carabina.

Il peso crescente della caccia con la canna rigata

La storia recente della caccia con le sue evoluzioni tecniche e i suoi necessari adattamenti al variare dei contesti, degli scenari, della selvaggina, ha portato con sé molti cambiamenti, alcuni dei quali epocali, radicali, e tra questi rientra senza dubbio l’avvento dell’uso della canna rigata nei vari tipi di caccia per la quale è consentita e talvolta obbligata.

La caccia in battuta al cinghiale, ad esempio, ha visto una continua espansione di questo tipo di armi per ragioni varie che avremo modo di analizzare più volte all’interno di questa rubrica e proprio per la sua natura molto variegata di ruoli e di ambienti è proprio nella caccia in battuta che si possono osservare la maggior parte delle varianti disponibili per impiego e caratteristiche.

La caccia di selezione, anch’essa in rapida e continua crescita, prevede addirittura l’obbligatorietà di utilizzo della carabina per affrontare cinghiali, daini, cervi, caprioli, mufloni e tutte le altre specie cacciabili con queste modalità. E così è facile capire come l’industria armiera abbia generato in pochi anni un’offerta infinita di possibilità che in poco tempo ha surclassato quella storica delle armi ad anima liscia e spesso ha travolto un pubblico affascinato o interessato ma impreparato ad accogliere tecnologie fino a poco tempo fa disponibili solo per il mondo militare e del tiro sportivo.

Una nuova rubrica

Inizia, dunque, da qui e con queste premesse un viaggio che ci porterà alla scoperta di questa galassia della quale alcuni conoscono molto, altri poco, altri sentono solo dire in giro cose strane certe volte vere, altre volte romanzate, altre ancora totalmente inventate.

Saremo in due a occuparcene: Sandro, toscano classe ’68, cacciatore ma anche grande appassionato e collezionista di armi, con una predilezione per la canna rigata, che da anni segue con attenzione il mondo della carabina, provandone molti tipi direttamente sul campo sia in poligono che a caccia, curandone e ristrutturandone di innumerevoli, e Mattia, toscano classe ’90 che per IoCaccio già si occupa di armi e tecnologie correlate al mondo hunting.

Si dovrà andare per tappe, per molte tappe, e si dovrà andare per gradi, affinché la grandezza del tema ci permetta di darne conto in modo chiaro, comprensibile, utile e professionale. Noi siamo pronti, e qui potete già leggere il primo articolo in cui vi raccontiamo come è nata la canna rigata e come si è evoluta fino ad arrivare alle carabine contemporanee.

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Fabrizio Iovannitti
Fabrizio Iovannitti
2 anni fa

Rubrica interessante.
Un po ridondante in apertura ma nel complesso, per ora, gradevole.

Virgilio Mazzei
Virgilio Mazzei
2 anni fa

Mi complimento con gli autori del bellissimo articolo. Sono felice di poter leggere i futuri articoli circa le origini, la progressiva storia dell’evoluzione della canna rigata e del suo utilizzo in tempi moderni. Per me è una novità etteraria in campo armiero/venatorio. Un” bravi” a tutto il gruppo di lavoro. Virgilio Mazzei.

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