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Due mesi a caccia con il Raffaello Be Diamond di Benelli

Fra fagiani, tordi, anatre e cornacchie per due mesi ho messo sotto strees il nuovo "Diamante di casa Benelli". Qui vi racconto com'è andata.

Quest’anno la mia stagione venatoria si è aperta con un nuovo fucile in rastrelliera, il Raffaello Be Diamond, l’ultimo semiautomatico nato in casa Benelli che concentra tutte le più avanzate tecnologie sviluppate dall’azienda di Urbino. Volevo testarlo a fondo, così l’ho portato con me su svariati terreni di caccia per più di due mesi: a Fagiani col cane da ferma, allo schizzo dei Tordi, sui Germani in tesa, cercando le Beccacce nel fitto dei boschi e perfino cacciando le Cornacchie in appostamento. L’obbiettivo era uno: verificare se si meritasse l’appellativo di “Diamante di casa Benelli” con cui è stato ampiamente pubblicizzato. Qui vi racconto com’è andata.

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Unboxing

Partiamo dall’inizio. Alla consegna il Be Diamond si presenta nella classica valigetta Benelli, di colore grigio chiaro e dal design rinnovato. Come di consuetudine, canna separata dal resto dell’arma.

Nella valigetta sono inclusi 5 strozzatori criogenici (dal cilindrico a 1 stella) tutti interni e tutti steel shot ok (montato sulla canna il tre stelle), 3 mirini in fibra ottica intercambiabili di colore rosso, verde e giallo (il rosso già montato), due passacinghia con sgancio rapido, un flacone di olio Benelli per la manutenzione dell’arma e un kit per la variazione di piega e deviazione.

La versione testata

La versione che ho utilizzato è un calibro 12, camerato 76, con canna da 66 centimetri. Carcassa anodizzata nera, calcio e astina in tecnopolimero nero, per un look quasi “total black” (solo il gruppo otturatore è cromato).

Non ci sono altre versioni da scegliere: per ora per il Be Diamond niente calibri minori, niente legno e nessuna versione camo, forse arriveranno…. L’unica scelta possibile è la lunghezza della canna che può essere anche da 71 e da 76 cm.

Le prime impressioni

Vi confesso che ero veramente curioso di vedere da vicino l’innovativo trattamento della canna, il Be.S.T. (Benelli Surface Treatment), da cui appunto prende il nome il Be Diamond. Stando a quando dichiarato da Benelli questo trattamento “conferisce a canna e culatta preziosità estetica e resistenza alla corrosione, senza bisogno di manutenzione con olio protettivo”. Insomma, rende il fucile bello e resistente come un diamante.

Così, appena aperta la valigetta, ancora prima di montare l’arma, ero già con la canna tra le mani per scoprire le peculiarità di questo nuovo trattamento.

Posso dirvi che il colpo d’occhio è notevole: la canna appare lucida ma senza riflettere troppo e l’abbinamento con la bindella in fibra di carbonio rende l’estetica gradevole, anche se a una prima vista non appare molto diversa dalle più recenti canne Benelli. Se non fosse per la scritta “BEST” che troneggia alla base della canna, forse, non sapremmo distinguerle (a caccia però la differenza si farà sentire).

Assemblo l’arma e la leggerezza si nota subito: 2.9 kg dice la bilancia, non male per un semiautomatico magnum. Subito evidente anche il contrasto tra le linee morbide dell’astina (che ha un’ergonomia veramente ben fatta) e quelle più squadrate di carcassa e coprigrilletto. Un design moderno che a me è piaciuto molto… ma si sa, il gusto estetico è soggettivo!

Ultima caratteristica che cattura la mia attenzione è la finestra di osservazione sulla base dell’astina, chiamata da Benelli Window system, che permette di vedere quante cartucce sono caricate nel serbatoio. Non è una novità assoluta, era già stata introdotta su alcuni CrioComfort, ma è la prima volta che la vedo dal vivo. Non so ancora quanto potrà essere realmente utile a caccia, ma l’idea è carina.

Le prove di rosata

Per le prove di rosata ho testato il Be Diamond su tre distanze, 15, 25 e 35 metri con bersagli reattivi da 30 cm, variando strozzatori e cartucce. Non è una prova di rosata delle più ortodosse, ma a me interessava vedere quanti pallini andavano a segno su una potenziala preda di media dimensioni in condizioni di tiro simili a quelle che abitualmente ci si presentano di fronte a caccia.

Simulando un tiro piuttosto ravvicinato, a 15 metri ho utilizzato lo strozzatore cilindrico con cartucce Super Felt della Nobel Sport Italia, munizioni con borra in feltro e 34 gr di piombo n. 6. I risultati son state rosate omogenee e superdense (probabilmente fin troppo) con in media 84 pallini a bersaglio (media di 3 prove).

A 25 metri, simulando un tiro a media distanza, ho sparato con lo strozzatore 3 stelle utilizzando le Bornaghi Super 34, cartuccia con contenitore e 34 gr di piombo n. 6. In questo caso ho avuto rosate un po’ disomogenea, ma comunque con una buona media di 59 pallini andati a bersaglio (media di 3 prove).

Infine a 35 metri ho testato lo strozzatore a 1 stella abbinando come cartucce le Winchester Standard, 33 gr di piombo n. 5 con contenitore. Considerando lunghezza di canna, distanza di tiro e tipologia di cartuccia, son rimasto abbastanza soddisfatto delle rosate che in media avevano 34 pallini a bersaglio (media di 3 prove).

Le prove di rosata sono andate esattamente come mi aspettavo, l’ormai collaudata accoppiata della canna PowerBore con i 5 strozzatori criogenici che Benelli propone da diversi anni permette di avere sempre delle ottime rosate sia a distanze brevi che medio-lunghe. Per un fucile come il Be Diamond che nasce come tutta caccia non si può desiderare di meglio.

A caccia con il Be Diamond

Ok, ottime rosate… ma in fin dei conti sono un cacciatore che scrive per altri cacciatori, mica tiratori, e quello che mi interessa veramente è testare i fucili a caccia, quella vera, con i selvatici che ti partono all’improvviso, il fango che ti sporca l’arma, i rovi che te la segnano, la pioggia, il caldo, la rugiada, la brina e il gelo che te la consumano… solo così si possono scoprire realmente pregi e difetti di un fucile da caccia.

Per questo il Be Diamond mi ha accompagnato per oltre due mesi (da metà settembre fino a fine novembre) e ci ho cacciato un po’ di tutto, i fagiani, le anatre, i tordi, i beccaccini, le allodole, i corvi e le beccacce (o almeno per quest’ultime ci ho provato, perché purtroppo quest’anno fino a novembre di beccacce non ne ho incontrate).

In due mesi l’ho volutamente “maltrattato” a fondo: ha preso tanto sole e tanta pioggia (come me) e non gli ho messo una goccia di olio sulla canna e nemmeno l’ho mai smontato per una veloce pulizia (voi non fatelo, prendetevi cura delle vostre armi!). E lui, come ci si aspetta da un Benelli, ha sempre sparato, non ha mai perso un colpo.

Anche il trattamento protettivo della canna ha retto alla perfezione, nonostante i rovi incontrati, il maltempo che ha caratterizzato la stagione e la totale assenza di manutenzione. Dopo due mesi di utilizzo, una veloce passata di straccio e la canna sembra ancora come nuova.

Su tutte però la cosa che più mi ha impressionato del Raffaello Be Diamond è il sistema di assorbimento del rinculo, la nuova versione (la terza) della tecnologia Comfortech, che abbina calciolo e nasello morbidi agli ormai famosi “boomerang” installati sul calcio (che nella terza versione passano da 12 a 13). Con tutte le cartucce sparate, anche le magnum più spinte, il rinculo è stato minimo (a volte quasi impercettibile) e di conseguenza il riallineamento sul bersaglio molto veloce.

Il Calciolo montato a pressione si smonta facilmente e permette di sganciare il Nasello morbido che può essere sostituito con uno rialzato

Quindi tutto perfetto? Non c’è niente che non mi è piaciuto?

No, una cosa che non mi è piaciuta c’è, ed è proprio il calciolo morbido del sistema Comfortech… forse è un po’ troppo morbido! Tanto che in due mesi di utilizzo ha mostrato già i primi segni di usura, dovuti sia a qualche spinata sia all’appoggiare il calciolo a terra durante i tempi morti nelle cacce d’appostamento.

Intendiamoci, io non l’ho di certo trattato con i giunti bianchi e non stiamo parlando di un’usura che ne compromette il funzionamento, ma esteticamente si nota. Quindi, se pensate di acquistare il Be Diamond mettete in conto che dopo qualche anno di servizio il calciolo andrà probabilmente sostituito (il costo comunque dovrebbe essere contenuto).

Quanto costa

Bisogna dirlo, il Raffaello Be Diamond non è un fucile economico: 2430€ il prezzo ufficiale da listino, nel momento in cui scrivo il prezzo reale in armeria si aggira intorno ai 2000€.

Stiamo però parlando del top di gamma di Benelli, un fucile che racchiude tutte le ultime novità tecnologiche sviluppate dall’azienda di Urbino e che è stato progettato per resistere nel tempo. Caratteristiche che a mio avviso possono giustificare il prezzo sopra la media.

A chi consiglio il Be Diamond, Pro e Contro

Se siete dei cacciatori tradizionalisti, che amate il legno, i fucili pesanti e il design di una volta, probabilmente il Be Diamond non fa per voi.

Invece, lo consiglio a tutti quei cacciatori che stanno cercando un fucile tutta caccia dal design moderno che non necessità di troppa manutenzione e che può essere utilizzato in “ambienti difficili” senza la preoccupazione di danneggiarlo. Vista la possibilità d’impiego in varie tipologie di caccia io opterei per la canna da 70 cm che col giusto abbinamento di strozzatori si può ben adattare per tiri sia a corto che a lungo raggio.

Cosa mi è piaciuto

  • Il trattamento BEST, resiste veramente alle abrasioni e rende minima la manutenzione
  • Il design moderno, particolarmente riuscito
  • Il Comfortech 3, minimizza il rinculo rendendo “soft” anche le cartucce più potenti

Cosa non mi è piaciuto

  • Il calciolo morbido, dopo due mesi di utilizzo mostrava già i primi segni di usura

Galleria fotografica

Recensione in Pillole

Design - 9.5
Materiali - 8.5
Tecnologia - 10
Affidabilità - 10
Prezzo - 8.5

9.3

Fantastico

Il Raffaello Be Diamond è un fucile tutta caccia dal design moderno che può essere utilizzato in “ambienti difficili” senza la preoccupazione di danneggiarlo e che non necessità di troppa manutenzione.

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