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“Selvatici e Buoni”, a Bergamo al via il progetto per valorizzare le carni di selvaggina

E’ partito lo scorso 22 settembre a Bergamo, presso la Comunità Montana di Clusone (BG), il progetto “Selvatici e Buoni” che si pone l’obbiettivo di valorizzare il patrimonio faunistico bergamasco dando nuovo impulso al turismo enogastronomico attraverso la creazione di una filiera tracciata della carne di selvaggina.

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Il progetto (qui trovate informazioni più dettagliate), curato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Milano e la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva con il sostegno della Fondazione UNA Onlus, punta a ridare valore ad un’eccellenza alimentare troppo spesso sottovalutata come la carne di selvaggina, che nel territorio bergamasco ha enormi potenzialità, considerata la presenza di oltre 13.000 ungulati selvatici tra cui cervo, camoscio, capriolo e cinghiale.

Il primo corso di formazione

A margine della cerimonia di presentazione ha preso il via anche il primo corso di formazione per ‘Persona Formata’ (aperto a cacciatori e operatori della filiera di lavorazione) previsto nell’ambito delle azioni dal progetto, con cui si punta a sviluppare conoscenze e competenze per la corretta gestione degli animali cacciati e delle carni. Al primo a cui incontro hanno partecipato 35 iscritti seguiranno altre 4 lezioni (previste per il 26-28-30 settembre e il 2 ottobre) che comprenderanno anche una lezione pratica di macellazione e una di cucina. A questo seguirà un secondo corso, sempre a Bergamo, previsto per la fine Ottobre, ed uno a Gennaio in collaborazione con Ascom rivolto nello specifico ai ristoratori.

Bergamo apripista per il progetto nazionale

Il territorio bergamasco fa, così, da apripista nazionale per il progetto Selvatici e Buoni, che auspicabilmente verrà replicato in altre province d’Italia per valorizzare le eccellenze faunistiche locali. Anche alla luce dell’attenzione riscossa fra le istituzioni e portatori d’interessi locali, che saranno coinvolti e parte attiva nelle fasi realizzative del progetto e che hanno dimostrato un crescente interesse nei confronti del tema.

Nello specifico le manifestazione d’interesse sono giunte dal Comprensorio Alpino di Caccia Valle Borlezza, il Comprensorio Alpino di Caccia Val di Scalve, la Comprensorio Alpino Valle Seriana, il Comprensorio Alpino di Caccia ‘Prealpi Bergamasche’, il circolo UNCZA Prealpi Orobiche, la condotta Slowfood Valli orobiche, Enalcaccia Bergamo, ANUU migratoristi, delegazione CIC Italia, Federcaccia Bergamo e Arci Caccia. Tali realtà saranno affiancate da importanti enti territoriali che hanno dato disponibilità a collaborare al progetto come ATS Bergamo, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Bergamo, il Corpo Polizia Provinciale Bergamo, l’Ascom Bergamo Formazione e le 3 Comunità Montane: Valle di Scalve, Laghi Bergamaschi e Valle Seriana.

I commenti

“Il numero consistente e l’eterogeneità dei soggetti coinvolti – ha affermato il Presidente della Comunità Montana Valle Seriana Danilo Cominelli – dimostrano come il territorio bergamasco desideri affrontare nuove sfide progettuali basate su idee innovative e concrete incentrate sulle tematiche ambientali e faunistiche, percepite come argomenti dalle enormi potenzialità economiche ed occupazionali”.

“Con Selvatici e Buoni – ha dichiarato Maurizio Zipponi, Presidente del Comitato Scientifico di Fondazione UNA Onlus – si attribuisce finalmente valore ad una carne tanto pregiata quanto sottovalutata come quella di selvaggina, nella cui filiera saranno introdotti criteri di tracciabilità, sicurezza alimentare, trasparenza e legalità. Ad enti e istituzioni bergamasche va il plauso di aver capito per prime le potenzialità della filiera della selvaggina come strumento utile al territorio per produrre nuova economia e nuovo lavoro, riconoscendo un positivo ruolo della caccia e dei cacciatori quali “paladini del territorio e della biodiversità”. Come Fondazione UNA – conclude Zipponi – intendiamo replicare il modello Bergamo in altri territori italiani”.

‘Ringrazio la Fondazione UNA Onlus per aver scelto Clusone come sede di presentazione di questo importante progetto – ha dichiarato il Sindaco Paolo Olini la carne di selvaggina è certamente un’eccellenza del nostro territorio e merita di essere valorizzata attraverso la creazione una filiera tracciata che parta dai boschi e arrivi alle nostre tavole’.

‘L’avvio del corso di formazione, con oltre 30 iscritti – ha dichiarato Lorenzo Bertacchi, presidente Federcaccia Bergamo –  dimostra l’interesse crescente per questo tema da parte dei cacciatori ai quali è riconosciuto, dai regolamenti comunitari, un ruolo fondamentale nell’ambito della filiera alimentare delle carni di selvaggina’

Il nostro comprensorio – ha affermato Maurizio Volpi, Presidente del CA Prealpi Bergamasche – ha aderito convintamente al progetto “Selvatici e Buoni” unitamente ai comprensori alpini Valle Borlezza e Valle di Scalve, in quanto riteniamo che la creazione di una filiera della selvaggina possa diventare un motivo di prestigio per il mondo venatorio”

Della stessa opinione anche Pier Angelo Duci, Vice Presidente Comprensorio Alpino Valle Scalve e Circolo UNCZA Prealpi Orobiche: “abbiamo aderito con entusiasmo al progetto in quanto riteniamo sia un modo per far conoscere l’attività del mondo venatorio, e un ulteriore occasione per far crescere i cacciatori eticamente, oltre a mettere in risalto il nostro territorio”.

Il progetto “Selvatici e buoni” – ha commentato Silvio Barbero, vicepresidente dell’Università di Pollenzo – nasce dall’esigenza di trasformare un problema, in una risorsa. Il percorso di valorizzazione della filiera, che vede le carni di selvaggina protagoniste, parte dai cacciatori e dalla loro formazione, mirata a trasformarli in produttori di cibo con tutte le conoscenze necessarie e relative responsabilità. Poi verranno coinvolti macellai ed infine i ristoratori. Mettendo insieme questi saperi diversi si potrà creare un modello in grado di certificare provenienza e qualità delle carni. Raggiunto questo traguardo– ha concluso il Luca Pellicioli il passo seguente è informarne il consumatore e creare una domanda che privilegi l’alta qualità al giusto prezzo. Nel complesso il progetto è un’importante occasione per la terra bergamasca per approfondire e sviluppare un settore dalle forti potenzialità anche in logiche di ristorazione e turismo legato al nostro territorio.

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