Racconti

Tramonti ad est

Quest’anno aspettiamo un minuto in più prima di slegare il cane e pensiamo a quanto siamo fortunati ad essere cacciatori.

L’erba bagnata ci inzuppa gli scarponi, l’aria è frizzante e profuma dell’ultimo taglio di fieno. Arriva a vampate l’odore pungente della menta calpestata.

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Il vapore… la foschia mattutina arriva improvvisa e avvolge il silenzio, ovatta in un brivido il nostro sguardo.

L’orizzonte si accorcia e ti lascia solo nella tua speranza. Sale per un istante il timore infantile del proibito, in un istante appaiono sensazioni da tempo represse, un sovrapposizione di paure ancestrali e di eccitazione.

Ci scopriamo fermi ad ammirare il tempo che ciclico apre le danze del giorno, l’alba ci coglie come sempre impreparati, inconcepibile la velocità di quell’ineffabile istante, scivola veloce sotto i tuoi occhi che non riescono mai a cogliere e fissare l’attimo.

Albe che ogni anno si fanno più scure, albe che nei ricordi sono colme di canti d’involo, di cani frementi e sguaiati, di ombre scivolanti, di frulli violenti e inaspettati.

Albe che ogni anno ricordano sempre più tramonti, tramonti ad est.

Non vedo più gli amici sul sentiero, non sento le loro voci, non sento più il passo pesante e affrettato del ritardatario, non vedo più la sua mano che disperata cerca di addolcire la pungente luce opponendo le dita al sole, non vedo più l’alito dei cani creare vortici di frenesia.

Ora, adesso… in questo istante… sei fermo… lì, in silenzio, ad aspettare che l’ora scocchi, che la stagione inizi, prova e chiudi gli occhi… ascolta le voci e i visi che ti hanno salutato, ricorda gli anziani andati, ricorda chi ha rinnegato, ricorda chi era solo di passaggio, ascolta le loro voci che ancora ti chiamano, guarda nei loro occhi che ancora ti cercano, lasciati il tempo di capire che sei storia, lasciati il tempo di capire che sei tradizione, tu in quell’istante sei tutti loro… sei tuo nonno che si scioglie nel tuo sorriso, sei in tuo padre che ti segue con la mente in ogni tuo passo, sei anche tuo figlio che vuole seguirti, sei il bambino che corre nella piazza rincorrendo un piccione, sei il bimbo che ansioso ti aspetta alla finestra.

Quest’anno aspettiamo un minuto in più prima di slegare il cane e pensiamo a quanto siamo fortunati ad essere cacciatori.

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