Cani da Caccia

A caccia con il Pointer Inglese

E’ una fra le razze di cane da caccia per antonomasia, conosciuto e amato in tutto il mondo! Impossibile confonderlo con qualunque altro cane, non solo per la sua morfologia ma anche per le caratteristiche che lo hanno reso un compagno prezioso per schiere di appassionati cacciatori. Conosciamo meglio il pointer inglese.

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Una freccia scoccata, che vola alla ricerca della preda. Poche parole descrivono altrettanto fedelmente il pointer inglese, un cane da caccia che per le sue straordinarie doti di fiuto, velocità e caparbia (a volte perfino troppa), ha saputo conquistare sempre più estimatori soppiantando, a volte, anche razze autoctone con una lunga storia di selezione alle spalle. Il pointer è un “fuoriclasse” della caccia, senz’altro e una razza che merita di essere conosciuta e approfondita.

Le origini del pointer inglese

Sulle origini più ancestrali del pointer non esistono certezze, solamente teorie e ipotesi ventilate e, per molti aspetti, ammantate di leggenda. C’è chi lo vuole discendente dalle prime razze da caccia italiane, chi ricerca le sue radici in Francia oppure in Spagna. Quel che è certo è che, da qualunque ceppo provenissero gli antenati del pointer, furono gli inglesi a rivendicare il più importante lavoro di selezione che portò allo sviluppo del pointer come lo conosciamo oggigiorno, un cane talmente portato per la caccia, che non suona stonato definirla una sua “vocazione”.

Fra le linee di sangue da cui si tende più spesso a far discendere il pointer, troviamo al primo posto il bracco spagnolo o Periguero de Burgos, introdotto in Gran Bretagna nei primi anni del ‘700 e in un secondo tempo probabilmente incrociato, sia con bracchi italiani che con esemplari di Braque Francaise. Ma un ruolo cardine nella selezione della razza lo giocarono sicuramente gli incroci con le razze inglesi, tra cui il Bloodhound, il Foxhound e i terrier di tipo bull.

Si arrivò così alla definizione di un cane longilineo e nevrile, molto diverso – per attitudini e aspetto – dal suo predecessore iberico, più massiccio e lento (infatti veniva – ed è tuttora – usato per la caccia in vicinanza al padrone).  Differenza anche caratteriale dal momento che il pointer inglese è un cane costantemente attivo, se non addirittura iperattivo, anche quando è a riposo e non impegnato in attività venatorie. I primi dati storici ufficiali sul si hanno a partire dal 1850 grazie al lavoro di selezione svolto da allevatori del calibro di Moor, Garth, Derby, Lloyd Price e molti altri che intervennero con decisione per svincolare la nuova razza dal retaggio ancora troppo marcato del Foxhound.

In seguito una seconda leva di allevatori, fra cui il dr Salter, Fred Lowe, J. Bishop e W. Arkwright lavorarono su quella che è a tutt’oggi la caratteristica più marcata del pointer, ovvero la sua straordinaria velocità nel galoppo, controbilanciata da ferme improvvise e statuarie che non hanno paragoni sulla scena venatoria internazionale. Per queste sue qualità il pointer si è imposto nel mondo venatorio e sono stati molti gli allevatori a lavorare scrupolosamente in selezione, non solo nel suo Paese natale ma in tutto il mondo, compresa l’Italia dove questa razza è straordinariamente diffusa, rappresentata e amata dagli appassionati di caccia.

Caratteristiche distintive

La velocità è sicuramente il tratto più distintivo di questa razza, che lo distingue smaccatamente da qualunque altro cane da caccia. Persino nella letteratura ufficiale il pointer viene definito una “macchina da corsa”. E’ un cane concepito, selezionato e sviluppato per la cerca su lunghe distanze, che non deve però mai prescindere dal collegamento instaurato fra il cane e il suo padrone. Quest’ultimo è un aspetto su cui occorre lavorare davvero moltissimo nella fase di addestramento e socializzazione, visto che il pointer è per sua natura fortemente indipendente e con l’entusiasmo e la caparbietà che lo contraddistinguono necessita di vedere nel padrone cacciatore un autentico punto di riferimento. Per questo motivo è vivamente consigliato permettere al nostro pointer di vivere a stretto contatto con noi, la vicinanza che intensificherà il legame, consentendogli di esprimersi al meglio quando caccerà al nostro fianco.

Parlavamo della sua ferma, che è subitanea e improvvisa: il pointer si pietrifica letteralmente in una posa che non per niente viene definita “catalettica. Per le sue caratteristiche attitudinali non sorprende quindi che il pointer sia particolarmente indicato a cacciare in pianura e nei grandi spazi aperti, ma non lasciamoci fuorviare dalle affermazioni della letteratura specialistica (anche italiana) in proposito. Il fatto che il pointer prediliga questo tipo di territori non lo rende meno veloce o affidabile anche in spazi più ristretti.

Dal punto di vista dell’aspetto fisico e morfologico un’altra caratteristica che lo distingue fermamente dalle altre razze è la forma cesellata della testa, con un muso particolarmente angolato.  Nel pointer odierno rimane veramente poco della struttura pesante dei suoi progenitori spagnoli, al contrario è chiaramente un trottatore all’ennesima potenza, un cane che anche da fermo suggerisce una forte idea di dinamismo, come se fosse in procinto di balzare via. Il mantello è molto fine e liscio, non deve mai essere frangiato e può presentare diverse colorazioni; bianco, nero, fulvo, arancio, rosso e marrone più o meno scuro. Una caratteristica poco conosciuta della razza è che il pointer può anche avere il manto unicolore, per quanto nell’iconografia classica lo si tende a immaginare pezzato su base bianca.

Il suo spiccatissimo istinto e le sue doti da cacciatore d’altra parte rendono necessario iniziare l’addestramento per la caccia già in tenera età, anziché aspettare l’anno o l’anno e mezzo come si tende a prediligere con altre razze. Ciò proprio per dar modo al cucciolo di sviluppare quel “collegamento” speciale con il padrone, visto che durante la caccia il pointer si allontana ricoprendo rapidamente lunghe distanze, guidato dal suo fiuto prodigioso. Proprio quest’ultimo può a volte rivelarsi così sopraffino, al punto da “confondendere” il nostro pointer. Un motivo in più per abituarlo alla caccia fin dai sei mesi, coadiuvando il suo istinto con la naturale giocosità del cucciolo. Ma anche per evitare di estremizzare la sua sensibilità, ritrovandoci con un cane troppo timido e timoroso. Sono aspetti della socializzazione che occorre seguire con attenzione per fare, del nostro pointer, il fuoriclasse che è.

In Italia il pointer inglese è tutelato dal Pointer Club Italiano, società specializzata riconosciuta dall’ENCI, fondata nel 1947 e che da allora non ha mai smesso di dedicarsi con sollecitudine al patronato di questa splendida razza.

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