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Indovina chi viene dopo cena. Una ferma replica della Caccia

Come vi avevamo anticipato ieri, le Associazioni Venatorie italiane si sono unite per dare una ferma risposta alle accuse e alla disinformazione andate in onda lo scorso lunedì su Rai 3 durante la trasmissione televisiva, Indovina chi viene dopo cena.

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Di seguito il comunicato con cui FENAVERI (Federazione Italiana della Caccia, Enalcaccia, ANUUMigratoristi), Arcicaccia, Liberacaccia, Italcaccia e CNCN – Comitato Nazionale Caccia e Natura annunciano di aver deciso di rivolgersi senza indugi, con i mezzi e nei modi ritenuti più idonei, alla direzione Rai, ai Partiti e ai Gruppi Parlamentari” oltre a segnalare il caso all’Ordine Nazionale dei Giornalisti, e di aver dato “mandato ai propri legali di valutare gli estremi per intentare un procedimento legale per diffamazione nei confronti della conduttrice e della Rete”.

“INDOVINA CHI VIENE DOPO CENA”. UNA FERMA REPLICA DELLA CACCIA 

Mondo venatorio unito per contrastare un monologo della RAI palesemente fazioso e diffamatorio. La politica e gli organi competenti chiamati a dare una risposta

In merito alla trasmissione “Indovina chi viene dopo cena” andata in onda lunedì 4 dicembre su Rai 3 e dedicata al tema lupo, gestione ambientale e caccia, FENAVERI (Federazione Italiana della Caccia, Enalcaccia, ANUUMigratoristi), Arcicaccia, Liberacaccia, Italcaccia e CNCN – Comitato Nazionale Caccia e Natura, sottolineano negativamente l’approccio assolutamente “partigiano”, da campagna elettorale a supporto delle posizioni animaliste e fondamentaliste (dal giornalismo d’inchiesta si passa a quello “a richiesta”) che ha caratterizzato il programma, dando vita a una trasmissione monocolore, ricca di inesattezze tecniche – quando non vere e proprie falsità – sostenute con argomentazioni prive di riscontri oggettivi.

Che l’informazione si spenda per eleggere animalisti è sintomatico dei limiti di una comunicazione che dovrebbe essere libera, atteggiamento già non comprensibile.

Che lo faccia la RAI, che è l’“informazione pubblica”, è grave.

L’unico tendenzioso obiettivo, neppure velatamente mascherato, è attaccare ancora una volta la caccia e i suoi praticanti.

Per questi motivi il mondo venatorio compatto e il CNCN hanno deciso di rivolgersi senza indugi, con i mezzi e nei modi ritenuti più idonei, alla direzione Rai, ai Partiti e ai Gruppi Parlamentari perché la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi faccia chiarezza e garantisca la par condicio e le rappresentanze del pluralismo delle idee, oltre a segnalare il caso all’Ordine Nazionale dei Giornalisti. Parallelamente è stato dato mandato ai propri legali di valutare gli estremi per intentare un procedimento legale per diffamazione nei confronti della conduttrice e della Rete.

Auspichiamo che di fronte alla criminalizzazione dell’attività venatoria, facendo di “tutta l’erba un fascio” (come dire che gli automobilisti sono tutti pirati della strada) sia data la possibilità di replica immediata.

Infine, si chiede che la magistratura, alla luce delle denunce di illeciti formulate nel corso della trasmissione, indaghi e colpisca i responsabili (nome e cognome) di reati di cui è venuto a conoscenza il giornalista.

Roma, 6 dicembre 2017 – FENAVERI, ARCICACCIA, ANLC, ITALCACCIA, CNCN

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