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Come la FIdC si è messa contro gli unici ambientalisti procaccia

Con questo articolo inauguro la nuova rubrica dal titolo “Cacciatori etici e informati” e lo faccio raccontandovi di come la Federazione Italiana della Caccia si è messa contro gli unici ambientalisti italiani che non sono aprioristicamente contrari all’attività venatoria.

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Forse non tutti i cacciatori italiani lo sanno, ma esiste una Associazione Ambientalista, la Wilderness Italia, che non è contraria alla caccia, anzi che in molti situazione l’ha difesa. Possiamo tranquillamente dire che è l’unica Associazione Ambientalista Italiana che sostiene la caccia.

Ma forse sarebbe meglio dire “sosteneva” perché una delle nostre benamate Associazioni Venatorie, la più grande per numero di associati (molto probabilmente ancora per poco se continua così), la FIdC, che all’inizio del 2015 ha siglato un accordo con Legambiente (non proprio un’associazione a favore dell’attività venatoria) ha pensato bene di rifiutare la richiesta di sostegno fatta dalla Wilderness Italia.

In sintesi la Wilderness (associazione che non gode di finanziamenti pubblici), visto e considerato che è l’unica associazione ambientalista procaccia, chiede un sostegno anche economico alla FIdC (associazione che gode di finanziamenti pubblici) per perseguire un obbiettivo che dovrebbe essere comune, ossia la protezione dell’ambiente.

Sarebbe stata un’ottima opportunità per trovare un valido appoggio nel mondo ambientalista, che tanto ci osteggia, e per rivalutare agli occhi dell’opinione pubblica la figura del cacciatore. Purtroppo però la FIdC rifiuta perché già sostiene Legambiente, un’associazione che non perde occasione per manifestare il proprio spirito anticaccia.

La reazione della Wildernees è facile da immaginare ed è riassunta nel documento che vi riporto di seguito e che vi invito a leggere fino alla fine.

DOCUMENTO WILDERNESS

Presa di posizione di Franco Zunino e della segreteria generale di AIW in merito ai rapporti col mondo venatorio

Il presente Documento scaturisce da un evento di cui dirò più sotto, ma anche da anni di riflessione a seguito dei continui rapporti con il mondo della caccia che da sempre ho portato avanti, posso dire fin dall’età infantile – quando solo nella rivista Diana trovavo soddisfazione ai miei interessi verso il mondo naturale in cui stavo crescendo e che per la sua conservazione iniziai a battermi, prima personalmente e poi anche come Segretario Generale dell’AIW; sia per convinzione personale, sia per condivisione dei dettami della filosofia Wilderness e del concetto di conservazione ad essa ispirato dopo che scoprii di questa filosofia conservazionista.

Da oltre 50 anni impegnato nella conservazione della Natura, non è quindi mai venuta meno la mia difesa del diritto dei cacciatori, spesso anche quando non mi era richiesto di farlo e farlo costituiva (e costituisce tutt’ora) farsi dei nemici. Dopo la fondazione dell’AIW ho sempre proseguito su questa linea, facendola adottare dall’associazione che tutt’ora guido; in questo caso, va detto, favorito dal fatto che per le radici storiche e filosofiche della filosofia Wilderness non era e non è concepibile una contrarietà alla caccia, cosa che avrebbe significato stravolgerne i dettami filosofici e lo stesso indirizzo seguito negli USA dove nacque quest’Idea.

Ho dedicato la mia vita a difendere la Natura, facendolo anche con impegni lavorativi presso i miei amati Parchi Nazionali che hanno poi finito per deludermi (almeno per come ho poi scoperto essere stati “modellati” all’italiana!); ho studiato l’Orso marsicano e continuo ad occuparmi della sua protezione; ho poi scoperto e deciso di diffondere in Italia quella che considero la migliore forma di conservazione del territorio e dell’ambiente: l’Idea Wilderness. Avrei potuto scrivere di tutto questo, invece ho finito per dare alle stampe un libro in difesa della caccia e dei cacciatori! L’ho fatto per spiegare le ragioni della mia non opposizione a questo mondo tanto vilipeso da quello che si definisce “ambientalista” e che, purtroppo e per ignoranza, ha convinto tutti a lasciarne fuori i cacciatori.

Eppure, giorni or sono è stato come se la stessa categoria dei cacciatori mi avesse inferto un calcio nei denti!

In tutti questi anni, da parte di tanti di essi ed anche sigle venatorie, ho ricevuto e mantenuto amicizie, lodi, premi ed anche aiuti all’AIW che rappresento. Nonostante questo, “ieri” mi sono sentito trattato come un nemico dei cacciatori! Mi sono sentito offeso del fatto che tutto questo mio impegno non fosse stato valutato! Come fosse stato un mio dovere, e quindi non degno di essere premiato o anche solo apprezzato!

Ecco perché oggi ho infine deciso di diffondere questo documento.

Non mi stancherò mai di sostenere, senza timore alcuno di essere smentito, che l’AIW è l’unica associazione ambientalista italiana che aprioristicamente abbia sempre tenuto una posizione non anticaccia, cosa che non può dirsi per nessuna delle altre – storiche –associazioni ambientaliste, alcune delle quali, pur inizialmente non lontane dalla caccia hanno poi finito per strizzare l’occhio agli animalisti anticaccia (il WWF, ad esempio) per mero populismo; altre, infingardamente (la Legambiente, ad esempio), fanno credere di non essere contrarie, magari anche solo per meri interessi politici o ordini di partito, ma poi di fronte ad ogni emergenza finiscono per schierarsi sempre contro la caccia: ci vuole e ci voleva coraggio per difendere gli animali senza schierarsi contro la categoria che si preoccupa prevalentemente solo di predarli, trovando le motivazioni per dimostrare non tanto il loro diritto a cacciare, quanto la loro utilità proprio per difendere gli animali. L’AIW, solo l’AIW, questo coraggio lo ha avuto e lo ha ancora!

Ora scopro, dopo trent’anni di AIW, che forse non è servito a nulla; che forse era meglio fare i populisti e dare addosso ai cacciatori come fanno, ripeto, tutte le altre associazioni ambientaliste: forse l’AIW sarebbe così cresciuta anche tra i naturalisti, mentre oggi subisce ostracismi proprio da quella parte, benché essa, molto più dei cacciatori, dovrebbe aiutarla a crescere.

E questo in cambio di cosa? Dell’ostracismo anche del mondo della caccia più ottuso, più ignorante, più politicizzato e, forse, come è per i naturalisti, più cittadino! Perché, come disse un noto conservazionista “nessuno potrà mai amare tanto la Natura quanto chi vi è cresciuto dentro”: e questo vale sia per i naturalisti sia per i cacciatori. Infatti, ho finito per scoprire che proprio l’intellighenzia urbanizzata è contraria alla caccia ma anche non capisce la Natura selvaggia ed il mondo rurale, preferendo gli animali o una natura sempre più addomesticata e assoggettata all’uomo.

Debbo subito dire che mi ha spinto a questo passo un recente incontro con il vertice della Federazione Italiana della Caccia, alla quale ritenni di chiedere un sostegno e dove mi sono sentito trattato come un nemico della Caccia! Respinto quasi con ignominia! Da un’associazione che al contrario dell’AIW gode di finanziamenti pubblici attraverso le tasse che i cacciatori pagano allo Stato e non, come l’AIW, solo di finanziamenti liberali e spontanei di cittadini amanti della Natura selvaggia.

Una delusione che già avevo subito quando del mio libro furono acquistate non 1.500 copie da diffondere all’intellighenzia anticaccia e quale documento in difesa della caccia, ma solo 150! Un quantitativo ridicolo, uguale a quello che un solo meritorio ATC* decise di acquistare per lo stesso scopo e quale “premio” al sottoscritto per la difesa della caccia che il libro contiene. 150 copie, praticamente un’elemosina! Forse i cacciatori non meritavano l’edizione di quel mio libro e l’investimento economico per sostenerlo, fatto in parte personalmente da me ed in parte dall’AIW, proprio perché si è voluto dare alla caccia l’ennesimo aiuto non richiesto sperando in un ritorno di aiuto nell’impegno dell’AIW in difesa delle zone selvagge da far restare aperte all’attività venatoria! Un libro che è di fatto una difesa della caccia come in Italia mai nessuno aveva fatto! Anche per questo, tante pacche sulle spalle, ma quasi vergognosi di essere gli artefici di una sua diffusione a chi non va a caccia! Magari speranzosi che in loro vece lo facesse l’AIW! Non hanno capito nulla!!!

Un affronto vero e proprio che, provenendo dalla maggiore associazione venatoria italiana, emblematicamente è come se mi fosse stato fatto da tutto il mondo venatorio. Un affronto che è stata l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Perché offensivo è stato sentirmi dire che la Federcaccia non era in grado di aiutare l’AIW a crescere e diffondere le proprie finalità affatto contrarie all’attività venatoria, in quanto essa (la FIdC) era già impegnata nel sostenere la Legambiente (associazione peraltro favorevole agli impianti eolici che stanno facendo scempio di tanti territori di caccia e che ancora ultimamente ha richiesto la riduzione delle giornate venatorie!), una Legambiente buttatami mistificatoriamente in faccia come “l’unica associazione ambientalista che difende la caccia”!
Offensiva e forse stata ritenuta la mia critica all’accordo che la Federcaccia ha sottoscritto in difesa dell’Orso marsicano (una critica ampiamente condivisa proprio dalla base dei cacciatori abruzzesi e ciociari!): una difesa dei cacciatori marsicani e ciociari che l’AIW stava facendo, e che è stata ritenuta inaccettabile; ma anche, non condivisa è stata la linea dell’AIW volta a che i cacciatori si impegnino sempre più nella difesa del territorio e degli habitat della selvaggina; offensivo solo il riferimento al fatto innegabile (anche se politicamente a qualcuno può dare fastidio!), che negli USA ed in altre nazioni è proprio tale politica a permettere di contenere al minimo le critiche che i non cacciatori rivolgono ai cacciatori!

Offensivo, poi, è forse stato l’aver allertato che di fronte ad un nuovo eventuale (e più che ipotizzabile!) referendum abrogativo, la caccia rischi, come mai in passato ha rischiato, il blocco, se i cacciatori non si daranno da fare a far sì che l’opinione pubblica non li veda più solo come dei “macellai” all’aria aperta, ma dei veri difensori del mondo naturale. Offensivo l’aver evidenziato che sulle stesse pagine di Wilderness/Documenti vengono spesso fatte apparire notizie non dovute, che divulgano aspetti positivi e conservazionistici del mondo della caccia; che in quanto non dovuti, l’AIW potrebbe benissimo smettere di pubblicare e diffondere.

In pratica, una chiusura verso l’AIW che, venendo da quella che è la massima associazione venatoria, mi ha spinto a questo passo, ovverosia a “valicare il Rubicone” di una totale revisione del rapporto che l’AIW da sempre ha tenuto con il mondo venatorio, i cui vertici sembrano sempre più chiusi a riccio nelle difese dei propri interessi meramente “predatori”, al di là delle tante buone intenzioni solo verbalmente enunciate e raramente volte ad una visione ambientalista che consideri i cacciatori come parte integrante di questo mondo.

Da oggi l’AIW starà sempre dalla parte della BASE, in difesa dei diritti, dell’etica, e dei veri cacciatori etici e conservazionisti, ma con occhio molto critico verso il mondo venatorio politicizzato che vorrebbe cambiare le cose senza cambiare nulla, ovvero trovando sempre soluzioni politiche che consentano di imporre i loro diritti anche a chi non li condivide e senza dimostrazione di loro impegni concreti in difesa di valori che possano essere condivisi ed apprezzati anche da chi a caccia non va: la difesa della Natura selvaggia, che è anche difesa dei diritti dei cacciatori; se questi non lo capiscono o non lo vogliono capire, l’AIW non sente alcun bisogno, né tanto meno il dovere, come troppo spesso ha finora fatto, di difenderli da chi li vede solo come dei predatori, compassionevoli quanto si vuole, ma sempre predatori che nulla vogliono fare per chi li rispetta pur non andando a caccia.

Nonostante questo, l’Associazione Wilderness resterà sempre, come ha fatto finora, l’unica associazione ambientalista italiana a non essere aprioristicamente schierata contro i cacciatori e la loro attività. Ma anche, sempre più scinderà “il grano dal loglio”, perché, come è ben noto a tanti, non tutti i cacciatori:

  • condividono la filosofia Wilderness ed hanno innato uno spirito conservazionista;
  • sono cacciatori etici che alla preda a tutti i costi preferiscono la sportività della sua ricerca;
  • apprezzano quello che definiamo “spirito Wilderness” nel rapportarsi col mondo naturale in cui vanno a praticare la caccia;
  • sono contrari alla realizzazione di sempre nuove strade in montagna, ed anzi molti ne apprezzano l’esistenza e, addirittura, ne auspicano la creazione e così l’utilizzo dei mezzi fuoristrada (che sono il maggior “nemico” della filosofia e del concetto di Wilderness);
  • sono contrari ad ogni forma di vincolo ambientale e quelli che auspicano sono solo dei palliativi di salvaguardia perlopiù volti a varie forme di interventi e sfruttamenti, ovvero affinché tutto si possa fare;
  • sono contrari ad ogni forma di aree protette, mentre solo con forme di protezione alternative si possono conservare anche i territori di caccia, spesso quando coincidono con località di alto pregio naturalistico e/o di valore estetico e paesaggistico, località che è solo utopia sperare che si mantengano aperte alla caccia senza un impegno che le preservi almeno territorialmente integre, e che solo un impegno dei cacciatori ne garantirebbe il libero utilizzo anche a fini venatori.

In tutti questi anni in cui ho partecipato, quasi sempre su invito, a convegni/riunioni organizzati dal mondo venatorio ho sempre ricevuto una valanga di quelle che io definisco “pacche sulle spalle” per la condivisione delle idee, ma quasi mai adesioni all’AIW, sostegno finanziario all’associazione Wilderness che rappresentavo e che, pure tante lodi, riceveva. In pratica mi rendevo sempre conto e sono ormai giunto a alla conclusione, che per il cacciatore l’AIW, o la Wilderness che dir si voglia, viene vista come se fosse un ente pubblico con la funzione e il dovere di difendere i cacciatori! NO, non è così! L’AIW è una libera associazione di liberi cittadini che difende la caccia ed i cacciatori solo perché filosoficamente non è contraria quest’attività rural-ricreativa. Cosa che ha sempre fatto grazie ai soldi degli aderenti, spesso gente che non va a caccia, ma che paga di tasca propria anche la difesa che fa dei cacciatori! Da oggi questo non succederà più!

Se i cacciatori ed il mondo della caccia vogliono la spalla Wilderness per difendere i propri diritti, questo mondo deve dare un sostegno economico alla wilderness! O con contributi da parte delle loro organizzazioni, o mediante l’adesione dei singoli cacciatori etici che condividono la difesa che l’AIW fa della loro passione rural-ricreativa. I cacciatori devono imparare a farsi “ambientalisti” se vogliono ottenere rispetto e difesa anche da chi a caccia non va, come era un tempo quando la caccia faceva parte quasi esclusiva del mondo rurale ed il popolo li rispettava perché la loro passione era utile anche a chi a caccia non andava; e devono imparare, come fanno gli ambientalisti, che un’ideale si difende pagando una tessera che lo sostenga e non per un ritorno economico quale può essere il carniere! E’ questa la forza degli ambientalisti!

Anziché sostenere l’unica – vera – associazione ambientalista ufficialmente vicina al mondo della caccia, con il loro disinteresse e le inutili “pacche sulle spalle”, e da oggi anche con il suddetto arrogante comportamento, la stanno spingendo tra quelle nemiche della caccia! Come se i cacciatori di nemici ne avessero pochi! E tra essi il più pericoloso: un eventuale nuovo referendum abrogativo, che oggi avrebbe un elevata possibilità di passare, visto che non i cacciatori o i loro amici lo potranno impedire, ma quei cittadini che per ignoranza o perché non riescono a vedere l’utilità dei cacciatori e della loro attività, si schiereranno contro la caccia, in quanto attività ludica ai loro occhi volta solo ad uccidere animali. Ed i cacciatori non potranno presentare nulla di quelle vere, reali e concrete opere in difesa della Natura che si potrebbero realizzare in collaborazione con l’AIW, quali la preservazione di luoghi ed habitat: ma presentare solo chiacchiere e vane promesse o mere intenzioni, e accordi politici perlopiù in difesa dei loro interessi venatori piuttosto che interessi appartenenti anche a chi ama la Natura per altre ragioni che sono: l’escursionismo, l’apprezzamento delle bellezze naturali, la preservazione di luoghi (e non solo la “gestione degli habitat”, che spesso è volta al solo mero interesse di favorire la crescita della selvaggina che poi essi stessi andranno a cacciare!)

Lo so che nei commenti ai siti Internet che parlano della Wilderness, sono in tanti a scrivere di apprezzamento verso la Wilderness; per non dire dei cosiddetti “amici” di Facebook, Twitter e vari, ma l’AIW non è un Partito politico che ha bisogno di voti, né ha bisogno di portare gente in piazza, per cui queste “amicizie” e tweet vari altro non sono che la versione virtuale delle suddette “pacche sulle spalle”, mentre l’AIW ha bisogno di amici veri che, in quanto tali, contribuiscano finanziariamente a mantenerla in vita, a far sì che l’associazione possa proseguire nei propri impegni, impegni che senza soldi non possono essere mantenuti; ed attività che senza soldi non possono essere fatte.

Per salvare la Natura servono soldi, non chiacchiere, reali o virtuali che siano. Le chiacchiere servono solo a chi la vuole imporre, o a chi la vuole abrogare… o a chi la caccia la vuole imporre: soluzioni che non hanno futuro, perché rovesciabili ad ogni cambiamento di vento politico, se non viene sorretta da una condivisione popolare! So che molti credono di essere Soci dell’AIW solo perché si sono iscritti alle suddette liste virtuali: non è così! I Soci dell’AIW, e quindi i veri amici, sono quelli che annualmente vi aderiscono versando almeno una quota di iscrizione in danaro, e che magari di tanto in tanto effettuano anche qualche altro versamento extra per sostenerne attività particolari di conservazione. **
La nostra non è una battaglia per delle Tessere, ma per la difesa della Natura selvaggia, affinché continui a restare tale: selvaggia proprio in quanto anche praticabile dai cacciatori!

Murialdo, 15/21 Dicembre 2015
Firmato Franco Zunino

* Per correttezza, l’ATC FR1, presieduto dal federcacciatore Edmondo Vivoli.
** E qui, nonostante quanto sopra lamentato, va doverosamente ricordato che alcune Sezioni Provinciali della stessa FIdC contribuiscono all’AIW con quote di adesione (Verbania, Rovigo e Vicenza), o vi hanno contribuito (Frosinone, Asti), ed aiuti periodici a sostegno di alcune attività di conservazione ci furono da parte di quella di Frosinone guidata dal Cav. Nino Martini e, più volte, dalla benemerita settoriale A.C.M.A.. Così come almeno in un occasione a questo scopo ci fu l’aiuto della sede nazionale e di quella regionale della Liguria.

Personalmente mi auguro che altre associazioni venatorie, e che molti di noi cacciatori privati, scelgano di sostenere la Wilderness, per dimostrare che caccia, ambientalismo e gestione del patrimonio faunistico-ambientale non possono che andare avanti di pari passo!

Luca Scibilia

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