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FiDC Piemonte, incontro gremito con presidenti e consiglieri comunali

Ieri sera, presso la sede provinciale e regionale di Federcaccia Piemonte, in una sala gremita, si è tenuto un incontro tra dirigenti locali dell’Associazione Venatoria e presidenti e consiglieri comunali giunti da tutte le province piemontesi.

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Il presidente regionale Bruno Morena, e il vice Alessandro Bassignana, hanno relazionato su incontri avvenuti in Regione, ed in particolare sull’audizione presso la III Commissione permanente del Consiglio regionale del Piemonte per la presentazione di osservazioni alle tre proposte di legge sull’attività venatoria all’esame degli organi legislativi subalpini, e dell’incontro avvenuto con l’Assessore Giorgio Ferrero in riferimento al calendario venatorio 2016/17, prossimo all’uscita.

Federcaccia Piemonte, insieme a ANLC, Enalacaccia, EPS ed Anuu Migratoristi, ha presentato osservazioni alle proposte di legge, dichiarandone irricevibile una, quella del Movimento 5 stelle, e valutando con attenzione le altre due, quella voluta dall’Assessore Ferrero e dalla maggioranza che governa la Regione, e l’altra presentata da alcuni consiglieri di centrodestra, attualmente all’opposizione.

E’ stato precisato come Federcaccia, unitamente ad altre Associazioni Venatorie, abbia presentato le sue puntuali osservazioni alla bozza di calendario, giudicata insufficiente ed insoddisfacente, chiedendo all’Assessore di intervenire sul documento, modificandolo ed allineandolo a quello delle altre regioni italiane.

“Qualora nulla s’ottenesse, memori del recente passato e della pressoché nulla volontà politica d’assecondare le legittime richieste dei cacciatori piemontesi, – spiega il comunicato sulla serata emesso da Federcaccia Piemonte – è stato chiesto ai presenti in sala d’esprimere la loro contrarietà in merito ad un’eventuale manifestazione di protesta da tenersi quanto prima, mobilitando i cacciatori piemontesi.
Nessuna mano s’è alzata, nessun dissenso, a testimoniare quale sia il “sentiment” attuale del mondo venatorio piemontese, la rabbia e la frustrazione per una situazione che regolarmente, e sistematicamente, penalizza caccia e cacciatori della nostra Regione.”

Molte le domande, le curiosità soddisfatte, ma c’è stato anche tempo per discutere di lupo, argomento spinoso e…tabù, che sta spaccando anche il mondo politico e l’opinione pubblica, ma da sempre che vede Federcaccia Piemonte attiva e responsabile a fianco del mondo agricolo, di comunità rurali e alpine e anche dell’ambientalismo non fanatico e fazioso.
Le continue notizie di avvistamenti, le ripetute predazioni ai danni di fauna selvatica e domestica, i rinvenimenti di lupi morti un po’ ovunque, e anche ai confini di città come Torino e Alessandria, ed ora le prime testimonianze di attacchi all’uomo, inducono Federcaccia a chiedere la massima attenzione al problema, e senso di responsabilità a tutti.

FiDC Piemonte spiega: “Il lupo è animale protetto, ancora “particolarmente protetto” e risorsa importante a testimonianza di eccellente biodiversità dell’ambiente piemontese, ma non deve diventare un problema, un pericolo per le attività economiche e per l’uomo stesso; il lupo, come ogni altro selvatico non a rischio estinzione (e lui certamente non lo è più) va gestito. Chi lo dovrà fare non compete noi dirlo perché, s’è fortemente ribadito il concetto: noi non vogliamo cacciare il lupo, noi vogliamo cacciare ben altro, quello che le leggi nazionali ci consentono e, spesso e volentieri, Regione Piemonte ci nega, vieta con assurdi provvedimenti.”

Si è puntualizzata la necessità d’avere dati aggiornati e credibili, reali, sulla consistenza del patrimonio faunistico, invitando presidenti e consiglieri a farsi promotori di maggior sensibilità al problema da parte di tutti i cacciatori.

Molto probabilmente – conclude Federcaccia Piemonte – in futuro si caccerà solo se si potrà dimostrare che esistono i selvatici, sono in numero sufficiente a garantirne prelievo accettabile e sostenibile, tale da non mettere a rischio alcuna specie. Le scienza e i dati sono la carta che dobbiamo calare sul tavolo, quello che servirà a tappar la bocca a critici e…detrattori a prescindere. Solo così la caccia piemontese sopravviverà, perpetrando quell’enorme carico di storia, tradizioni, cultura che nonni e padri ci hanno consegnato e noi abbiamo il dovere di lasciare intatto, se non migliorato, a figli e nipoti.
Eh sì, perché questo ancor non l’avevamo detto ma in sala c’erano molti giovani, preparati, attenti, curiosi: il nostro futuro!”

Fonte: Federcaccia Piemonte

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