Dalle Associazioni

Il Consiglio dell’Unione Europea attacca tiratori e cacciatori, la FACE risponde

La FACE (Federation of Associations for Hunting and Conservation of the European Union) risponde duramente al tentativo dell’attuale presidenza europea, quella olandese, di imporre restrizioni ancora più pesanti in materia di armi. La presidenza UE in sostanza propone la messa al bando delle repliche moderne di armi antiche ad avancarica e l’eliminazione della Categoria D (vedi Direttiva Armi), con l’imposizione di restrizioni repressive all’intera categoria dei tiratori sportivi.

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Questo il comunicato di risposta della FACE

face-logoIl Consiglio dell’Unione Europea attacca tiratori e cacciatori

La Presidenza olandese propone restrizioni sulle armi di Categoria D e sulle riproduzioni di armi antiche, attualmente non regolamentate a livello UE, al contempo obbligando i tiratori ad iscriversi alle federazioni ufficialmente riconosciute

In nome della “lotta al terrorismo e al crimine organizzato”, la Presidenza olandese di turno dell’Unione Europea propone la messa al bando delle repliche moderne di armi antiche ad avancarica e l’eliminazione della Categoria D, con l’imposizione di restrizioni repressive all’intera categoria dei tiratori sportivi.

Nel suo più recente tentativo di raggiungere i risultati sperati prima della scadenza del suo semestre, e senza la minima concertazione, la Presidenza olandese ha preso di mira i cacciatori tramite la rimozione della clausola che esclude dai dettami della direttiva europea le riproduzioni ad avancarica a colpo singolo di armi antiche, attualmente utilizzate in molti Paesi da cacciatori, tiratori sportivi, collezionisti, ed appassionati di rievocazioni storiche.

Lo stesso approccio restrittivo viene adottato verso i tiratori sportivi, con l’imposizione di nuove limitazioni alla capacità dei tiratori e l’imposizione dell’iscrizione ad un’associazione sportiva, condizionale alla partecipazione a gare ufficiali.

Chi potrebbe mai credere che la soppressione della Categoria D e il divieto delle riproduzioni di armi antiche possa apportare un contributo significativo alla lotta contro il crimine organizzato e il terrorismo? Nessun documento ufficiale dimostra che le repliche ad avancarica costituiscano un pericolo per la società e per la sicurezza. I criminali che usano Kalashnikov a raffica e i trafficanti che riforniscono i terroristi sul mercato nero non verranno minimamente colpiti da queste nuove restrizioni − il cui prezzo sarà pagato solo dai cittadini onesti, possessori legittimi di riproduzioni ad avancarica ed armi a colpo singolo.

La messa al bando delle repliche avrà un impatto economico considerevole, in quanto tali armi sono vendute attualmente in maniera libera in Paesi membri come Francia, Germania, Polonia, Ungheria, Estonia, Lituania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Italia, ove occupano una porzione importante del mercato. Tali restrizioni porterebbero immediatamente al fallimento decine di piccole e medie imprese e porterebbero alla disoccupazione di migliaia di cittadini europei.

Inoltre i 12 milioni di legittimi detentori di questo tipo di armi dovranno sottoporsi a restrizioni ulteriori, che comporteranno un aggravio per le Autorità in fatto di gestione delle relative pratiche amministrative.
Inoltre, la Presidenza olandese sta tentando di ottenere lo spostamento nella Categoria C di tutte le armi a colpo singolo a canna liscia, di tutte le armi a salve e delle armi disattivate. Tale ampliamento della Categoria C, non essendo dettato da prove che dimostrino la pericolosità di queste armi, è da considerarsi totalmente inaccettabile.

Le conseguenze sulle amministrazioni statali delle restrizioni descritte non possono essere calcolate, data la mancanza di una valutazione dell’impatto di tali norme, ma di sicuro esse porterebbero all’intasamento dei sistemi di gestione delle denunce d’armi per molti anni a venire, nonché a un aumento dei costi amministrativi.

È opinione della FACE che queste misure inutili e draconiane non potranno che provocare la collera di milioni di cittadini europei che non potranno fare a meno di chiedersi perché l’UE non si occupi, invece, di temi che potrebbero veramente portare benefici alla pubblica sicurezza − quali la tracciabilità delle armi, la loro disattivazione in maniera irreversibile e l’interconnettività delle banche-dati dei Paesi membri.

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