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FIBEC, cos’è e perché dovremmo sostenerla. Intervista a Paolo Pennacchini

Il presidente della Federazione Italiana Beccacciai ci racconta come lavora e quali sono gli obbiettivi di FIBEC.

Seguendo quel desiderio di continuo miglioramento personale di cui vi parlavo in un precedente scritto, a fine gennaio ho frequentato un corso per monitoratore di Beccaccia, promosso dalla FIBEC, la Federazione Italiana Beccacciai. È stata l’occasione per conoscere più da vicino questa associazione, per vedere come lavora e come si impegna a favore di questa specie. Ne sono uscito ancora più convinto che come cacciatori soltanto migliorando le conoscenze sulla sostenibilità delle nostre azioni possiamo migliorare il futuro della caccia. Così, ho deciso di proporre un’intervista al presidente di FIBEC, Paolo Pennacchini, per far conoscere questa associazione a chi ci legge. Ecco cosa mi ha raccontato.

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Ciao Paolo, ci spieghi un po’ che cos’è FIBEC?
L’acronimo sta per Federazione Italiana Beccacciai, un’associazione senza fini di lucro denominata federazione perché può avere associati singoli ma anche altre realtà associative che si occupano della specie beccaccia.

Come nasce?
Nasce dopo il periodo di Unione per la Beccaccia Italia che aveva unito Beccacciai d’italia e il Club della Beccaccia. Dopo un triennio di percorso comune abbiamo deciso di sciogliere il sodalizio. Il Club della Beccaccia si è ricostituito, mentre un gran parte dei soci hanno optato per una nuova realtà… FIBEC appunto.

Qual’è lo scopo di FIBEC?
L’impiego dei dati raccolti dai cacciatori di beccaccia per l’affermazione di principi di sostenibilità venatoria: ovvero l’equilibrio tra Prelievo e Conservazione. FIBEC non è un’associazione venatoria, al suo interno i beccacciai appartengono a tutte le sigle venatorie italiane. Qui dentro si lavora tutti per uno e uno per tutti per accrescere la cultura venatoria cinofila in primis, poi per studiare e monitorare la beccaccia in Italia secondo i protocolli di studio in vigore in Europa

Ecco, come sta la beccaccia in Europa? E perché è importante monitorarla?
Lo Status di conservazione della specie è classificato con la sigla LC, termine inglese che significa “Least Concern“, ovvero Minor Preoccupazione. Tale classificazione è stabilita dall’UICN – Unione Internazionale per la Conservazione della Natura – che ogni anno aggiorna lo status delle specie, cacciabili e non. Questa classificazione consente ancora il prelievo della specie, come indicato nell’allegato II della Direttiva Uccelli UE 09/147. Lo Status di LC è confermato anche da Birdlife International, la maggior ONG di protezione degli uccelli. Alla base di tutto c’è il fatto che gli effettivi riproduttori sono stabili, che l’Age ratio, ovvero il rapporto giovani/adulti è quasi sempre intorno al 70%, e che gli indici di abbondanza, ovvero l’ICA, è stabile come trend, anzi in alcuni paesi come Italia e Francia, è in leggero aumento. La specie va monitorata sia durante il periodo di caccia, fornendo dati e osservazioni, e in Italia continuiamo con il monitoraggio a caccia chiusa, impiegando monitoratori formati con appositi corsi, per comprendere la fenologia dello svernamento e della migrazione pre nuziale. Si può cacciare una specie quando è in stato favorevole di conservazione. Gli studi sono fondamentali per capire ciò. L’impegno e la passione dei beccacciai diventa determinante.

Quali dati raccogliete e come?
Lo studio e il monitoraggio poggia su due pilastri. La raccolta del trend demografico: rapporto giovani/adulti, maschi/femmine, evoluzione del peso. Grazie alla lettura della muta alare con il nostro Protocollo Ali d’ITALIA. Sul tema abbiamo di recente realizzato una pubblicazione scientifica internazionale (peer reviewd) su 10 anni di raccolta e lettura ali in Italia, dal 2009 al 2018. Il secondo pilastro è la raccolta dell’Indice Cinegetico di Abbondanza – ICA, attraverso l’applicazione BECCAPP (elaborata e condivisa con i partner di studio internazionali) equivalente italiano di Bec@notes in Francia e Svizzera, e Becadapp in Spagna. Si basa su di un calcolo relativo all’incontro di beccacce per uscita, calcolando quindi le ore, il numero dei cani e dei monitoratori, oltre ad altri parametri veramente innovativi, che ci consentono di capire la bontà o meno della migrazione post nuziale (BECCAPP si usa anche nel periodo venatorio), e in quello di svernamento e di ripasso (in questo caso viene usato solo dai monitoratori formati e autorizzati alle uscite post caccia fino al 31 marzo).

Che cosa possiamo analizzare con questi dati?
Semplicemente come sta la beccaccia. Ovvero le sub popolazioni che frequentano l’areale della nostra penisola. Se sono in buona fitness o meno. Ad esempio, l’age ratio (rapporto giovani/adulti) grazie alla lettura delle ali campione conferite dai beccacciai è fondamentale per confermare l’andamento delle covate primaverili. L’ICA invece è la risposta alla domanda sul come è andata la stagione venatoria di ciascun beccacciaio, confrontabile grazie alle metodologie condivise a livello internazionale, con l’ICA degli altri beccacciai europei. Solo con questa rete e modalità si studia correttamente questa specie che non conosce confini e non ha bisogno di studi localistici e autoreferenziati.

Che risultati avete già raggiunto?
Grazie ai corsi per i Monitoratori stiamo riscontrando finalmente una vera formazione degli appassionati. Un punto determinante per una nuova cultura venatoria che non guarda più ai numeri, ma ai valori di etica e di monitoraggio. Stanno venendo fuori per l’Italia nuove evidenze scientifiche con le quali supportiamo le regioni italiane per la redazione di corretti piani faunistici e calendari venatori sostenibili. FIBEC è il partner ufficiale di tante regioni italiane in materia di beccaccia. Le nostre relazioni di studio e monitoraggio, le nostre pubblicazioni, stanno coprendo un buco di dati atavico del nostro paese, e sono tenute in considerazione presso i TAR e il Consiglio di Stato, nelle cause di opposizione/critica ai CV delle regioni.

Questo modello di studio è applicabile anche ad altre specie?
Le specie cacciabili sedentarie vengono monitorate con i concetti di densità per ettaro. Mi riferisco ad animali non migratori, quindi stanziali, mammiferi o uccelli che siano. Ma questo criterio risulta inefficace per la beccaccia, migratore con etologia da stanziale nel periodo di svernamento, sottoposto però a continui movimenti erratici sui territori di svernamento a causa di repentini cambiamenti climatici in quelle aree. L’ICA ad oggi funziona molto bene per la specie Beccaccia, vediamo se in futuro potrà essere ampliato ad altre specie.

Perché è importante che i cacciatori sostengano progetti di questo tipo?
Perché oggi si può cacciare solo ciò che si conosce e se i dati sulla specie indichino uno stato favorevole di conservazione. Paesi o regioni che non favoriscono questi studi non dovrebbero nemmeno consentire il prelievo. Il mondo sta cambiando, la sensibilità della Società è cambiata, noi cacciatori dobbiamo presentare un modo consapevole, etico, che poggi su basi scientifiche affinché l’attività venatoria possa continuare ad essere esercitata. E se la beccaccia dovesse presentare pericolosi indici di criticità e declino, saremo noi beccaccia i primi a lanciare l’allarme, chiedendo misure restrittive di protezione di questo meraviglioso animale

Chi vuole come può sostenere la FIBEC?
Bisogna restituire alla beccaccia il meglio dei sentimenti che lei è capace di suscitarci. Passione, amore per i cani, cura degli habitat e anche una certa poetica, non hanno valore se non ci impegniamo affinchè la sua morte non sia vana. Restituire dati, studi e monitoraggi da parte dei veri beccacciai credo oggi sia anche un obbligo morale. Invito tutti gli appassionati a contattare FIBEC sul web e informarsi su quello che facciamo, e accoglieremo con gioia ogni vero cinfolio beccacciaio che vorrà associarsi a questa nostra splendida famiglia. Solo e sempre in nome della beccaccia e dei cani.

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Ecco in poche parole cosa rappresenta la realtà di FIBEC. Sono dell’opinione che se vogliamo continuare ad esercitare l’attività venatoria dobbiamo tutti crescere tecnicamente e culturalmente. Lo studio porta all’evoluzione della nostra categoria e ci fornisce valide armi legali da utilizzare nelle sedi appropriate per contrastare il numero sempre più crescente di ricorsi che le associazioni animaliste ogni anno, puntalmente, presentano ai TAR in concomitanza della pubblicazione dei calendari venatori. Oltre a questo c’è ISPRA che non ci aiuta, anzi, forte di dati spesso obsoleti ostacola ingiustamente col suo erroneo parere scelte tutt’altro che azzardate proposte dalle amministrazioni regionali.

Progetti come quello che FIBEC promuove e divulga servono a contrastare in tribunale tali pareri e combattere anche le menzogne che i nostri detrattori diffondono attraverso i loro apparati mediatici con un’arrogante propoganda anticaccia.

Per questo sono felice di aver partecipato a questo percorso di formazione e di essere diventato un monitoratore ufficiale e formato. Il corso a cui presi parte fu tenuto presso la sala Gaber del palazzo Pirelli di regione Lombardia dal dottor Pennacchini, il cui approccio fu incentrato sulla logica e la deduzione anziché sulla mera tecnicità, semplificando a tutta la platea la comprensione dei concetti base, portandola ad assimilare le varie nozioni con semplicità ed in breve tempo. Per questo mi sento di invitare vivamente tutti i gli amici cacciatori, soprattutto a quelli che vogliono fare la differenza, a partecipare ai prossimi corsi in programma per quest’ anno, perché se sono stato in grado io di farlo lo può fare chiunque.

Per cui ringrazio vivamente FIBEC, nelle persone del Dottor Pennacchini e del signor Dante Todeschini , per ciò che mi hanno permesso di apprendere e per questa intervista che ha come scopo diffondere l’operato di persone che stanno facendo veramente tanto per il mondo venatorio, senza mai sfociare in campanilismi tipicamente politici restando, grazie a Dio, super partes.

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Salvatore Cisternino
Salvatore Cisternino
9 mesi fa

Caro Stefano, conosco Paolo da parecchi anni, ho fatto corsi a CALIMERA (LE) con lui, e operazione ali d’Italia ecc. La faccio breve , sono 40 anni che vado a Beccacce in Salento, è quello che vedo è calendari venatori in ITALIA però sempre più riduttivi, nonostante vedo con piacere, che proprio in Italia la Beccaccia aumenta in presenze, mi verrebbe da dire e scusami, e grazie al c…, però in Grecia le prelevano sino al 28 febbraio echi lo sa, anche dopo, anche gli Italiani!
I calendari venatori è evidente che la FIBEC non ha il potere di farli , li fa la politica , e questa politica forse l’ultimo farà, mi dispiace dirlo ma i fatti stanno così!

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