Dalle AssociazioniToscana

Toscana, CCT e Libera Caccia commentano il calendario venatorio 2019/2020

Le due associazioni hanno visioni differenti sul posticipo della chiusura al colombaccio

Ieri, lunedì 22 luglio, la Giunta Regionale della Toscana ha approvato la delibera che ufficializza il Calendario Venatorio per la stagione di caccia 2019/2020. In attesa della pubblicazione integrale del testo la Confederazioni Cacciatori Toscani e l’Associazione Nazionale Libera Caccia hanno commentato le anteprime trapelate dal calendario.

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Entrambe le Associazioni si sono soddisfatte del mantimento fra le specie cacciabili di Moriglione, Pavoncella e Combattente (per cui il Ministero dell’ambiente aveva chiesto la sospensione del prelievo), ma hanno una visione decisamente opposta sul periodo di preleivo del Colombaccio. Libera Caccia, infatti, avrebbe voluto il posticipo del prelievo al 10 febbraio, mentre la CCT rietene che sia stata più equilibrata la scelta fatta dalla regione di consetire il preleivo fino al 31 gennaio. Di seguito i comunicati stampa delle due Associazioni.

Il commento della Confederazione Cacciatori Toscani

REGIONE TOSCANA – APPROVATO IL CALENDARIO VENATORIO 2019/20!!

Come da noi in più occasioni evidenziato, l’approvazione del testo è stata il frutto di una lunga fase di confronto che ha visto sul tappeto numerose criticità da superare per giungere ad una sintesi positiva per i cacciatori e soprattutto incentrata sulla certezza del diritto. Il calendario venatorio non presenta particolari difformità da quella che per anni è stata l’impostazione mantenuta dalla Regione Toscana.

Ci preme anche sottolineare come l’Assessore Marco Remaschi, abbia nei fatti accolto le proposte avanzate in queste settimane dalle Associazioni Confederate e dalla CCT mantenendo ferma la volontà politica di non cedere alle pretestuose richieste/inviti del Ministero dell’Ambiente, per l’eliminazione del Moriglione e della Pavoncella (alle quali si era aggiunta analoga richiesta anche per la specie Combattente) dall’elenco delle specie cacciabili. Una posizione decisa, che vogliamo sottolineare sia per l’importanza politica ma anche per le motivazioni tecnico/scientifiche collegate ai pareri Ispra, che come noto, forniscono ampie garanzie per il prelievo di dette specie.

Altro aspetto di pari importanza è quello inerente il mantenimento delle date di chiusura della caccia al 31 gennaio per la specie beccaccia e per i turdidi (tordo bottaccio, sassello e cesena). In particolare sulla specie beccaccia, nelle scorse settimane grazie al lavoro approfondito dell’ufficio Avifauna Migratoria della Federcaccia Nazionale, avevamo provveduto ad inviare agli uffici preposti ulteriore documentazione tecnico scientifica a supporto delle date ad oggi indicate dal calendario. Analoga documentazione è stata anche fornita su numerose altre specie oggetto di calendario.

Per quanto attiene il colombaccio, ferma restando la non previsione di caccia nella preapertura, riteniamo convintamente che la decisione del limite di prelievo al 31 gennaio, rappresenti una scelta equilibrata. La possibile estensione del prelievo di caccia alla prima decade di febbraio, da taluni proposta,  avrebbe nei fatti prodotto un risultato sostanzialmente negativo poiché per il rispetto dell’arco temporale massimo, il prelievo della specie avrebbe avuto inizio a partire dal 1° ottobre. Oltre pertanto agli evidenti effetti negativi sulla popolazione svernante determinati da un eventuale prolungamento della caccia al 10 febbraio, avremmo dovuto rinunciare per la caccia a detta specie all’intero periodo intercorrente tra la terza domenica di settembre e il 1° di ottobre (8 giorni potenziali di caccia a febbraio avrebbero portato a una perdita di circa 12 giornate a settembre) con evidenti ricadute negative per i cacciatori migratoristi praticanti la caccia al colombaccio al campo e anche per la caccia al passo sui primi contingenti in arrivo a fine settembre.

Per quanto riguarda la caccia al cinghiale in braccata, il calendario prevede le aperture differenziate nelle diverse realtà provinciali nel periodo 1° ottobre – 31 gennaio;  invariate rispetto al passato restano  le modalità di svolgimento della caccia in singolo e con la girata per le aree non vocate.

Per la caccia di selezione al cinghiale sempre all’interno delle aree non vocate nei periodi di svolgimento della caccia in braccata, viene inserito un buffer di 400 metri tra area vocata e non vocata, nel quale potranno esercitare la caccia di selezione al cinghiale solo i cacciatori iscritti alle squadre. Mantenuti anche i 100 metri previsti per la apposizione delle poste in area non vocata durante la caccia in braccata nelle aree vocate.

Confermato a partire dal 18 agosto l’addestramento e allenamento cani nei giorni di martedì, giovedì, sabato e domenica che ai sensi della Legge 20 dovrà essere svolto negli orari previsti all’interno dell’Atc di iscrizione.

La preapertura, sarà disciplinata da una delibera specifica; si prevedono le date del 1° settembre (per la caccia alle specie tortora, corvidi e storno)8 settembre (solo corvidi e storno). Altra novità positiva è quella di aver previsto la non riconsegna del tesserino venatorio cartaceo presso i comuni da parte dei cacciatori che lo scorso anno avevano optato per l’utilizzazione del tesserino venatorio digitale/Toscaccia. Unica nota negativa riguarda il mantenimento del carniere massimo di 50 capi annui per la specie allodola.

Questi  sostanzialmente sono i principali contenuti di un calendario che riteniamo sostanzialmente rispondente alle attese che soprattutto mantiene fede agli impegni assunti nei vari momenti di concertazione, da parte dell’Assessorato. Dopo gli esiti positivi scaturiti nella recente Conferenza Regionale sulla caccia a Braccagni (Grosseto), oggi si compie un ulteriore positivo passo in avanti che lascia ben sperare per il futuro.

Il commento di Libera Caccia

CALENDARIO VENATORIO, LUCI ED OMBRE SU APPROVAZIONE GIUNTA REGIONALE TOSCANA

Giunge la notizia dell’approvazione del calendario venatorio 2019/2020 da parte della Regione e dopo il costante lavoro di studio e suggerimenti agli Uffici Caccia e all’Assessorato presieduto da Marco Remaschi registriamo l’ottima notizia del mantenimento delle specie Moriglione e Pavoncella e anche del Combattente, cosa che non era assolutamente scontata.

Ma se il merito di aver “parato un nuovo rigore contro” può ascriversi alla battaglia fatta dalla Libera Caccia, dall’Assessorato stesso e anche da parte del resto dell’Associazionismo Venatorio toscano, resta in bocca l’amarissimo sapore del rifiuto di poter estendere il periodo di caccia al colombaccio fino al 10 febbraio. Una cosa nelle piene possibilità della Regione, praticata già da qualche anno in regioni confinanti con piena soddisfazione dei residenti, di fronte alla quale quelle stesse Associazioni venatorie unite nella posizione ferma e decisa per moriglione pavoncella e combattente, si sono messe di traverso alzando una barricata insuperabile per la Libera Caccia Toscana, lasciata sola in questo frangente.

La Confederazione delle Associazioni Toscane non riconosciuta, in grave difficoltà di fronte alle domande dei propri stessi associati, emette comunicati con tentativi inutili di una difesa e una giustificazione che non ha alcun tipo di fondamento. Praticamente, per il mantenimento della caccia al colombaccio in zona appenninica si sacrifica tutto il resto dei cacciatori regionali che attendevano con grande speranza quei giorni di febbraio durante i quali, non solo pochi specialisti della tesa al campo sui primi contingenti della specie nel settembre ma TUTTI QUANTI avrebbero avuto piena soddisfazione, vista la grande abbondanza di colombacci in tutto il resto del territorio toscano.

L’estensione della caccia nel febbraio non solo sarebbe stato un segnale forte per tutta la nazione, visto che la Toscana, da sempre è regione guida in fatto di caccia ed il nostro calendario è seguito con attenzione dalle altre regioni nella stesura dei propri calendari ma sarebbe stata altrettanto positiva come risposta agli operatori del settore, di tutto quel comparto economico che vive ma anche produce ricchezza per effetto della caccia, considerando la “legnata” presa nel gennaio passato quando per colpa della sentenza del Consiglio di Stato, praticamente tutto è finito dopo la prima decade di gennaio.

Evidentemente chi trae sostentamento dal lavoro nel settore “caccia” in primis le armerie ma anche abbigliamento, concessionarie automobilistiche, officine, distributori di carburante fino ai ristoranti ed Hotel non contano nulla né per la Confederazione non riconosciuta né per la Regione, che avrebbe potuto tranquillamente andare a diritto portandoci al 10 febbraio. Forse si è avuto paura che il merito fosse una esclusiva della LIBERA CACCIA?

Lasciamo a note successive il resto della disamina: oggi, oltre alla soddisfazione di aver difeso tre specie importanti per chi è specialista della caccia palustre, ci premeva dire due paroline sul colombaccio, evidenziando il fatto che, se è vero che da parte di altre compagini si guarda all’UNITA’ del mondo venatorio come la panacea di tutti i mali, la vicenda della negazione del colombaccio a febbraio è la piena dimostrazione che, finchè i numeri che scaturiscono dal tesseramento sono questi, la proposta del colombaccio a febbraio, probabilmente non avrebbe mai visto la luce.

La Libera Caccia Toscana, convinta fortemente delle proprie proposte e delle proprie idee, col suo spirito combattivo che la contraddistingue continua da sola, nel suo splendido e orgoglioso isolamento, la battaglia per la difesa di TUTTI i cacciatori Toscani.

PRESIDENTE REGIONALE
Alessandro Fulcheris

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